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Gianbattista Fratus, 66 anni, leghista, sindaco di Legnano ed ex segretario provinciale del Carroccio a Milano, è stato arrestato giovedì (Agf)

Il sindaco Fratus arrestato dalla Guardia di finanza per aver distribuito incarichi in cambio di voti. Coinvolti anche la neo assessora alle Opere pubbliche, Chiara Lazzarini, e il vicesindaco, nonché assessore al Bilancio, Maurizio Cozzi, entrambi di Forza Italia

di Cesare Giuzzi

Nomine pilotate nelle partecipate, bandi ad personam per i dirigenti comunali e un baratto elettorale con voti in cambio dell’assunzione della figlia di un candidato tagliato fuori dal ballottaggio. «Dall’Alpi a Sicilia, dovunque è Legnano», canta l’inno di Mameli ricordando la vittoria del 1176 di Alberto da Giussano e della Lega Lombarda sul Barbarossa. E oggi con il sindaco leghista Giambattista Fratus ai domiciliari, le vicende della città simbolo del Carroccio diventano il paradigma di un sistema di corruzione e gestione della cosa pubblica che scuote la Lombardia e arriva fino al governo. Dopo l’appaltopoli e l’avviso di garanzia al governatore Attilio Fontana, con i vertici di Forza Italia sotto inchiesta, tocca alla Lega. Un terremoto che parte dalla cittadina di 60 mila abitanti al confine con Varese e porta ai domiciliari anche il neo assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini, e in carcere il titolare della delega al Bilancio Maurizio Cozzi, entrambi di Forza Italia. In mezzo un sistema di nomine nelle municipalizzate «Europa Service» e «Amga Legnano» fondato sul principio dello spoil system e su incarichi affidati ad «amici e alleati politici». Con i magistrati di Busto Arsizio (l’indagine è affidata al pm Nadia Calcaterra e alla guardia di Finanza di Milano) che fotografano in diretta «il pagamento» del sostegno elettorale offerto dal candidato escluso dal ballottaggio del giugno 2017, Luciano Guidi (lista Alternativa popolare) al sindaco Fratus.

Un bottino di 1.046 voti che al secondo turno Guidi riversa sul candidato di centrodestra nel duello con il primo cittadino uscente Alberto Centinaio (centrosinistra). In prima battuta a Fratus erano toccati 9.196 voti contro i 7.717 di Centinaio. Un divario esiguo che porterà il candidato leghista a stringere Guidi un patto politico che si tradurrà — dopo il pubblico endorsement di Guidi in favore di Fratus — in un totale di 10.865 preferenze. Il prezzo da pagare, si scopre nelle carte dell’inchiesta «Piazza pulita», è l’assunzione in «Amga» della figlia di Guidi, la 29enne, Martina, avvocata fresca di nomina. Un patto che, almeno a livello politico, ha ricevuto l’approvazione dei vertici del centrodestra lombardo. Come spiega, intercettata, l’allora coordinatrice di Forza Italia, e dominus del sistema Legnano, Chiara Lazzarini riportando le parole del neo sindaco Fratus: «Ha detto “io siccome negli accordi elettorali che ho preso con Guidi per il ballottaggio gli avevo detto che se mi appoggiava”, accordi che ha preso al livello regionale con Paolo Alli (ex braccio destro di Formigoni), Graziano Musella (FI) e Salvini, avrebbe dato un posto alla Guidi…».

La «ragazzetta», cooptata nel cda dopo che il sindaco ha costretto alle dimissioni un’altra consigliera, è così spaventata dall’incarico che chiede consiglio alla Lazzarini: «Ma devo firmare quando vado o no? Perché ho sempre paura di dire delle cazzate…». Il gip Piera Bossi parla di «controllo totalitario delle amministrazioni pubbliche», che si traduce nella nomina di un «inquisito per gestione di rifiuti» a dirigente comunale. E alla consulenza affidata a «un amico» all’interno della municipalizzata «Europa service». Incarico che poi non si concretizza perché il candidato, dopo un bando costruito su misura, non parteciperà alla selezione. Tanto da essere bollato dall’assessore Cozzi come un «cagasotto».

Sorgente: corriere.it

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