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I Paesi della Ue accusano il governo gialloverde di spingere “deliberatamente” il debito. Vertice riservato Moscovici-Tria: subito una manovra bis da 3 miliardi e altri 30 nel 2020 altrimenti ci sarà la procedura di infrazione. E il ministro dell’Economia frena Salvini

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ALBERTO D’ARGENIO

BRUXELLES – Il fatto che il “dossier Italia” non fosse all’ordine del giorno dell’Eurogruppo non ha impedito ai ministri della moneta unica riuniti ieri a Bruxelles di mettere, ancora una volta, sotto processo il governo gialloverde. Come nei giorni dello scontro d’autunno nessuno difende Roma, di nuovo sul banco degli imputati per i conti potenzialmente capaci di far saltare l’euro¬ Anzi, monta la pressione delle capitali perché il 5 giugno, il giorno del giudizio con le raccomandazioni Ue, la Commissione europea apra una procedura sul debito italiano neutralizzando una volta per tutte Salvini e Di Maio con il risultato però di limitare per anni la sovranità in politica economica del Paese, a prescindere da chi lo governerà.

Ipotesi che ormai nessuno esclude nel chiuso delle stanze europee, tanto che ieri in serata al termine dell’Eurogruppo si è tenuto un bilaterale riservato tra la “colomba” Pierre Moscovici — impegnato ad evitare il peggio — e Giovanni Tria. L’Italia rischia, anche se la decisione finale di Juncker arriverà solo dopo il voto del 26 per non incendiare la campagna elettorale in favore di sovranisti e populisti e per tenere in conto il risultato delle Europee. Per sperare di salvarsi, il messaggio recapitato a Bruxelles, il governo però dovrà fare degli sforzi già in estate visto che i conti gialloverdi 2018-2020 sono fuori da tutti i parametri europei e non rispettano gli impegni presi a dicembre da Conte e Tria e poi da tutto il governo con la finanziaria. Sia intervenendo in corso d’opera con una manovrina bis di almeno 2-3 miliardi sul 2019, sia garantendo gli oltre 30 miliardi di intervento sul 2020 per tenere a bada l’esplosivo debito italiano.

Ieri lo stesso governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco doveva notare che lo spread è «più del doppio rispetto a inizio 2018, prima delle elezioni politiche». D’altra parte che l’impennata del differenziale tra Btp e Bund (ieri a 278 punti base), così come crescita zero e debito in salita al 133,7% del Pil, sia dovuta all’operato dei gialloverdi è chiaro anche a Bruxelles, dove ieri Moscovici commentava: «Ci sono state dichiarazioni che hanno mosso i rendimenti». Come dire, se lo spread sale è colpa di Salvini che propone di ignorare Maastricht.

E così va in scena il processo all’Italia. Le parole più preoccupanti sono quelle apparentemente più caute pronunciate dal ministro tedesco Olaf Scholz, socialdemocratico estraneo al partito dei falchi: «Abbiamo procedure concordate su come gestire i conti, alcuni Stati avranno ancora notizie dalla Commissione Ue». Insomma, da Berlino carta bianca a Bruxelles in vista del 5 giugno. Come a ottobre, quando la Commissione aveva lanciato la procedura salvo ritirarla dopo la marcia indietro sul deficit del governo Conte. E anche la “colomba” portoghese, il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, doveva ammonire: «L’Italia rispetti gli impegni».

Parole che fanno tremare più dello scontro aperto tra i “falchi” e Tria. A buttar benzina è l’austriaco Hartwig Loeger, in teoria membro di un governo, quello di Sebastian Kurz, politicamente in sintonia con Salvini. «Non vogliamo pagare i debiti di Roma, spingendo in modo deliberato la spirale del debito non si può escludere che l’Italia diventi una seconda Grecia». E ancora, «Tria sta cedendo a Salvini, non guarda più la verità in faccia».

Tria prova a reagire dicendo che Loeger dovrebbe «pensare prima di parlare», ma poi non può far altro che guardare in casa propria, ricordando a Salvini che anche lui «ha approvato» il Def che frena la spesa. Per poi negare la tesi del Capitano, secondo il quale dopo le Europee a Bruxelles cambierà tutto: «La Commissione resterà la stessa per un po’, l’atteggiamento resterà uguale».

Sorgente: L’Europa processa l’Italia e prepara la stangata: “Non pagheremo per voi” | Rep


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