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Nel febbraio di quest’anno la polizia francese aveva condotto una vasta operazione di perquisizioni a Lille (Pas-de-Calais) e Niort (Deux-Sèvres) nelle abitazioni di militanti antispecisti e vegani. Fermate cinque persone, un’altra si era consegnata spontaneamente al commissariato. L’inchiesta, iniziata ancora nel dicembre 2018, riguardava i danneggiamenti (un quindicina di episodi) inferti ad alcuni ristoranti e macellerie. In particolare, l’incendio del ristorante La Boucherie a Marcq-en-Baroeul.

Tre dei fermati avevano ammesso gli addebiti e quattro erano comparsi davanti al giudice due giorni dopo chiedendo il rinvio del processo, in modo da poter preparare la propria difesa. A due dei fermati veniva imposto di rimanere in carcere in attesa del giudizio e uno entrava in sciopero della fame per protesta contro le condizioni della detenzione. Ad altri due, cui veniva concesso di attendere il processo in libertà, si proibiva di risiedere nel Nord-Pas-de-Calais e di entrare in contatto con gli altri imputati.

Il processo si è concluso a Lille il 14 aprile con la condanna – rispettivamente – a 18 e 15 mesi di prigione per due imputati e a sei mesi (per complicità) per altri due. E’ stata però concessa la sospensione della pena e quindi per ora nessuno di loro dovrebbe rimanere o entrare in carcere.

Gianni Sartori

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