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Italia al 43esimo posto nel rapporto annuale di Reporter sans frontières. Citati i casi di Paolo Borrometi e di Roberto Saviano

In tutto il mondo, l’ostilità dei leader politici verso i giornalisti mette sempre più a rischio i media. E’ quanto denuncia Reporter sans frontières nel suo rapporto annuale. In alcuni casi, l’atteggiamento della politica ha portato a “un crescente incitamento di gravi e frequenti atti di violenza, che hanno alimentato un livello di paura e pericolo senza precedenti per i giornalisti”, si legge nel World Press Freedom Index 2019.

 

In questo clima di “diffusa ostilità”, serve coraggio per continuare a indagare sui casi di corruzione, evasione fiscale e sulla criminalità organizzata. Per l’Italia, risalita di 3 posizioni nella classifica di Rsf e ora al 43esimo posto, vengono citati i casi di Paolo Borrometi e Roberto Saviano . Il primo, “deve la sua sopravvivenza solo alla costante protezione della polizia italiana, che ha sventato lo scorso maggio un tentativo di assassinarlo da parte della mafia“. Nel caso dell’autore di ‘Gomorra’, Rsf scrive che “il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini ha suggerito che la protezione della polizia a Roberto Saviano possa essere ritirata”, dopo le critiche espresse dal giornalista nei confronti del vicepremier.

l “clima di ostilità che va oltre i commenti di Donald Trump” ha invece fatto sì che gli Stati Uniti siano scesi di tre posizioni, al numero 48, nella classifica della libertà di stampa dell’organizzazione. “Mai come oggi i giornalisti Usa sono stati soggetti a così tante minacce di morte o si sono rivolti così spesso ad aziende private per la propria protezione”, si legge nel rapporto, ricordando che cinque giornalisti e impiegati di un quotidiano di Annapolis, nel Maryland, lo scorso anno sono stati uccisi da un lettore ostile.

Proprio nelle Americhe, viene registrato il peggiore deterioramento delle condizioni di praticabilità dei media. In Brasile, Reporter sans frontiéres denuncia gli attacchi ai giornalisti dei sostenitori del nuovo presidente Jair Bolsonaro, mentre il Nicaragua è arretrato di 24 posizioni dopo le aggressioni ai giornalisti impegnati nel racconto delle proteste contro il governo di Daniel Ortega.

Nel rapporto viene anche ricordata l’uccisione all’interno del consolato saudita di Istanbul del giornalista dissidente, Jamal Khashoggi. Un delitto che ha “inviato un messaggio raggelante ai giornalisti bel al di là dei confini dell’Arabia Saudita”, scesa di tre posizioni al 172esimo posto.

Sorgente: “L’ostilità della politica rischio per i media”

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