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Carabinieri forestali in azione a Sansepolcro in una delle principali aziende di settore della Valtiberina

Sequestrato preventivo nota cartaria della Valtiberina.

E’ quanto è stato eseguito dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Arezzo insieme ai colleghi Carabinieri Forestali del Gruppo di Arezzo, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari  Fabio Lombardo a seguito di richiesta del Pubblico Ministero Laura Taddei.

Le indagini sono partite poco meno di un mese fa quando ai Carabinieri Forestali della Procura di Arezzo si rivolsero alcuni cittadini e operatori della zona che lamentavano odori nauseabondi nonchè la presenza di acque colorate in alcuni tratti di un fosso campestre tra i Comuni di Sansepolcro e Anghiari. Da li partì il sopralluogo durante il quale i militari individuarono la sorgente del refluo contaminante in corrispondenza dell’industria cartaria. Oltre al maleodorante fosso campestre che costeggiava l’impianto dal quale si liberava un odore acre e molto pungente.

Individuata l’eziologia del problema e raccolte numerose testimonianze i Carabinieri chiedevano ed ottenevano dal Pubblico Ministero Laura Taddei un decreto di ispezione del sito svolto lo scorso 19 febbraio durante il quale, i predetti militari, insieme al Dipartimento Arpat di Arezzo e alla Società di gestione del servizio idrico eseguivano un sopralluogo tecnico accertando definitivamente che l’impianto in esercizio originava un refluo industriale che veniva smaltito illecitamente mediante dispersione sul suolo e sul reticolo idrografico superficiale, nell’occasione veniva anche rivenuto all’esterno un ingente deposito incontrollato di rifiuti speciali riconducibili a detta attività. Immediato il sequestro preventivo d’urgenza della Polizia Giudiziaria per l’interruzione del reato che al momento veniva limitato alla sola porzione del ciclo produttivo responsabile del refluo.

Successivamente a seguito di indagini eseguite sotto il coordinamento del P.M. Taddei, veniva accertato che l’industria in oggetto non era mai stata autorizzata ad alcuna emissione idrica, ovvero oltre a smaltire illecitamente rifiuti speciali e a depositarli in modo incontrollato sul suolo risultava da sempre sprovvista di autorizzazione unica ambientale per poter operare. Insomma un impianto ‘’fantasma’’ dal punto di vista ambientale e pertanto in sede di convalida il P.M. chiedeva ed otteneva dal GIP il sequestro di tutto il complesso e delle aree circostanti. Provvedimento eseguito ieri dai militari mentre 30 operai erano al lavoro.

Durante l’accesso nello stabilimento per l’apposizione dei sigilli del Tribunale di Arezzo veniva accertata (in flagranza di reato) la violazione dei sigilli dell’area precedentemente sequestrata nonché la rimessa in funzione delle macchine da cui si originava il refluo e la presenza di operai intenti a modificare le condotte sotterrane di raccolta delle acque. Le operazioni di sequestro proseguivano fino a tarda sera con l’impiego di un intero pool di Carabinieri Forestali, Vigili del Fuoco, Tecnici del Dipartimento Arpat che provvedevano a mettere in sicurezza i capannoni e le pertinenze esterne costatando anche la presenza di una modifica dell’impianto non ancora autorizzata dagli stessi Vigili del fuoco e delle tubature a gas ad altissima pressione non in sicurezza. Il titolare dell’impianto ora, oltre a rispondere dei reati sopra indicati, dovrà ripristinare lo stato dei luoghi e mettere a norma il proprio impianto prima di poter riprendere il normale ciclo produttivo.

Sorgente: Smaltimento illecito, acque colorate e scarti nel fosso: chiusa cartaria – Cronaca – lanazione.it

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