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di Giandiego Marigo

La metafora che salta alla mente è quella del pesce fra due esche, quale sceglie? E com’è possibile, risalendo le lenze, stabilire quale dei due pescatori sia il cattivo. Il potere non ha nulla da apprendere per quanto riguarda manipolazione ed astuzie di dominazione. Il suo percorso pseudo scientifico, attraverso le sue dottrine politiche e le sovrastanti filosofie, ben collocate all’interno di quell cehe definisce Scienza , Cultura, Arte ci chiariscono il senso di questa permanenza dei suoi intenti.

La stesse definizioni, che vengono ampiamente ammannite, di Progresso e Civiltà ci chiariscono l’idea che la struttura dominante ha di sé e del mondo, e ci svelano come l’elitè sia , profondamente, convinta d’aver diritto a possedere. Come, anzi, costruisca dottrine e filosofie strumentali, che però divengono patrimonio condiviso, per giustificarne anche moralmente ed eticamente l’arbitrio.

Per facilitare il mondo di tifoserie contrapposte, per far giocare i popoli con le dicotomie inventate non può bastare una squadra, un solo schieramento non facilita alcuna battaglia, in nessun campo del gioco della competizione si sta soli, occorrono sempre almeno due attori, per dividere.

La Storia ci dimostra la capacità del potere di fagocitare, digerire e risputare normalizzato e vendibile quasi ogni forma di dissenso, soprattutto quando questa forma non lo mette in discussione in quanto “Sistema”. L’operazione medio-manipolatoria ai tempi di Greta è proprio questa, mantenere la contraddizione all’interno dell’area di controllo, distraendo, quando possibile, dalla sua sostanza reale.

Si badi qui nessuno sta sostenendo che non esista un problema ambientale, anzi, abbiamo ben chiaro come esso sia immanente e grave. Però noi, come socialisti, vorremmo mettere in campo le cause, oltre agli effetti. Sgombrando il campo da allarmismi pretestuosi ed un poco troppo vaghi, senza responsabilità, senza cause, appunto.

È un poco come parlare di CO2, accettando poi la logica della deforestazione, dell’agricoltura industriale, dell’allevamento intensivo … o disquisire di salute e diritti senza menzionare le Major del Farmaco ed i loro mostruosi interessi e metodi. O il fatto ormai palese del loro interesse ad averci tutti un poco malati … costantemente.

È il parlare di progresso e civiltà, limitandosi alla tecnologia, il disquisire di scienza negando l’etica e la filosofia. È l’essere irrimediabilmente avvinti e prigionieri fra le spire del Mostro Pragma. Sostenere cioè, che sia possibile un pragmatismo senza idee, quasi esistessero attività che non definiscano, in questo sistema, una struttura di potere.

Compartimentare il dissenso, parcellizzarlo in filoni, disattivarlo separandolo dal motore che lo muove e da una analisi complessiva ed olistica dell’ambiente in cui esso avviene e cresce.

Chi scrive è convinto che dai comportamenti derivino le scelte più alte, senza di essi non avviene nulla e , soprattutto, non nasce L’Umanità Nuova, che è elemento indispensabile e portante di qualsivoglia cambiamento o rivoluzione che dir si voglia.

Fra questo, però, e la deprivazione da un’analisi del sociale, di qualsivoglia ragione di classe o sistemica c’è una grande differenza. Il materialismo storico di Hegel e Marx sono ancora validi e metodologici, sono ancora il “veicolo” perfetto per una analisi sociale, certo l’Uomo Nuovo è indispensabile, ma se egli non ha una visione storico-politica complessiva della struttura … finisce con il servire a poco.

È il medesimo meccanismo che separa lo sfruttamento e la scelta di modello di sviluppo dagli effetti, la dicotomia fra lavoro ed ambiente, la definizione della responsabilità. L’uso mediatico dei fenomeni collettivi, come nel caso di Greta.

La speculazione poi sulla geo-ingegneria (presente ed evidente) è un altro di questi meccanismi dicotomici artificiali, per dividere sul nulla, cercando attribuzioni di responsabilità e litigando selvaggiamente sulla loro portata, ma ignorando, sotto certi aspetti, e quasi totalmente l’artefice principale della fenomenologia cioè la struttura capitalistica del “Sistema “ in questione.

La scelta del modello di società sta a monte, la filosofia che la sorregge ancora più su. Appartenere anzichè Possedere … Essere Parte e non Padroni. Non è un giochino, né ancor meno un vuoto scioglilingua, ma il fondamento di una filosofia altra diversa da questa e dal potere verticale e maschile.

L’influenza umana è “parassitaria e nociva” su questo pianeta, oggettivamente, ma essa non deriva solo dalla natura dell’umanità, ma piuttosto dalla sua “educazione e dominazione”. Nessun animale distruggerebbe la sua tana, il luogo in cui esiste e vive, solo l’uomo lo fa.

Greta non ci parla del Capitalismo, come non lo fa Al Gore, perchè essa è fenomeno mediatico e “guidato”, una variazione sul tema delle mode, ma prendersela con lei s livello personale è comportamento assolutamente stolto, come insultare un burattino, senza quasi accorgersi della mano del burattinaio.

Ignorare poi la mobilitazione che essa ha provocato è davvero stupido, quasi criminalizzandola e cercandone i limiti, ben presenti, ma anche, suvvia, nel solco dell’assoluta ovvietà. Sull’ambientalismo bisogna esserci, perchè è indispensabile ed è il fronte di uno scontro epocale con il modello e l’idea stessa di progresso che il Capitalismo Mondializzato vende ad un tanto al chilo. Pensare, però, che il Sistema non cerchi di rendere il tutto modaiolo ed inutile, smorzandolo … o peggio cercare di convincere che sia una acquisizione “Super Partes” è pura stoltezza.

Il Capitalismo ed il suo modello di sviluppo sono i principali responsabili della situazione, la società dei consumi, la mitologia della Crescita Eterna, l’esaltazione del PIL, lo sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali e planetarie, la teorizzazione della privatizzazione dei beni comuni, la filosofia della proprietà,il nazionalismo delle stoltezze sono le manifestazioni tangibili sul piano della realtà di questo pensiero.

La necessità di cambiamento è assoluta! Vitale!

Comprendere e storicizzare, i fenomeni come il movimento attorno a Greta Thumberg (ed all’oggettività nient’affatto casuale che la ragazza sia svedese) assolutamente fondamentale per un’analisi della struttura di questa società.

Intervenendo su questo argomento potremo inoltraci nelle filosofie, visioni e nelle specificità della cultura e della scelta capitalistica. Il pensiero umano può cambiare, può avviarsi per una strada differente e vivifica, possiamo iniziare, finalmente, ad imparare quel che c’era da imparare dai nativi americani? Perchè una filosofia dell’appartenenza è pure esistita nel DNA umano e non solo nel continente americano, ma anche nelle società gilaniche e femminili delle nostre profonde radici.

L’ambiente è un fronte importantissimo e non è affatto casuale che il Potere decida di intervenirvi anche molto pesantemente, reagire in modo inconsulto ed iroso, affidandosi alla rabbia ed all’insulto è il modo peggiore e meno efficacie di rispondere.

Sorgente: L’Ideologia Socialista – L’ambientalismo ai tempi di Greta Thumberg

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