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L’inchiesta sul settimanale in edicola domani. L’incontro è avvenuto nella hall del Metropol. L’idea di usare come copertura una compravendita di petroli

di GIOVANNI TIZIAN e STEFANO VERGINE

La trattativa per finanziare la Lega con soldi russi è iniziata perlomeno l’estate scorsa. Già allora l’obiettivo era nascondere il sostegno economico dietro una compravendita petrolifera. Lo dimostra un documento del 24 luglio. Un’offerta inviata da Gianluca Savoini, l’uomo di Matteo Salvini a Mosca, e ricevuta da una società russa che condivide gli uffici con due aziende intestate all’oligarca Konstantin Malofeev.

È uno dei nuovi particolari che leggerete nel numero dell’Espresso in edicola da domani. La trattativa è proseguita il 18 ottobre, con l’incontro all’Hotel Metropol, a pochi passi dal teatro Bolshoi e dalla piazza Rossa. Quel giorno Savoini è seduto nella hall dell’albergo con tre russi e due italiani. Dopo un’introduzione politica, Savoini lascia la parola ai “nostri partner tecnici” per discutere i termini dell’affare. A vendere il gasolio sarebbe Rosneft, dicono i russi.

A comprare sarebbe Eni, assicurano gli italiani. Si parla di 3 milioni di tonnellate di diesel. L’avvocato italiano dice che non c’è problema: assicura che Eni ha le capacità per comprarne anche di più all’occorrenza. Il diesel verrà venduto dalla major russa con uno sconto minimo del 4 per cento sul prezzo Platts, il principale riferimento del settore. Quel 4 per cento di sconto sarebbe il finanziamento per la Lega.

A dirlo non siamo noi, ma i protagonisti della vicenda, gli italiani e i russi seduti nella hall del Metropol. Questo è ciò di cui abbiamo prova. Non abbiamo parlato di soldi già incassati, come ha fatto intendere Salvini nelle sue dichiarazioni dei giorni scorsi. Non lo abbiamo fatto perché non sappiamo come sia andata a finire la trattativa. Ma sappiamo che una trattativa c’è stata. E questo è già rilevante politicamente.

L'Espresso: soldi russi alla Lega, il patto nell'hotel di Mosca siglato lo scorso autunno

 La copertina dell’Espresso in edicola domani

Dopo l’uscita del nostro articolo, la settimana scorsa, abbiamo ricevuto richieste di rettifica da parte di Eni e Rosneft. Entrambe hanno negato di aver partecipato a una trattativa e di aver finanziato partiti politici. A fare il nome della compagnia di Stato italiana e di quella russa, però, sono stati i presenti al meeting del 18 ottobre. Le due società petrolifere dovrebbero dunque rivolgersi agli attori della trattativa. A Savoini, ad esempio.

Nei giorni scorsi il consigliere di Salvini piuttosto che rispondere all’Espresso, ha preferito affidare la sua risposta a Sputnik, giornale controllato dal Cremlino: “Non ho nulla da dire riguardo alle accuse e alla ricostruzione inventata degli eventi, di cui mi sento libero di parlare con i miei avvocati. Posso solo dire che non ho partecipato a nessuna trattativa e non ho mai ricevuto un singolo rublo né da Mosca né da nessun altro”.

Eppure quel giorno Savoini era all’Hotel Metropol: lo dimostrano le foto che pubblichiamo su L’Espresso. Chi erano le altre persone con cui si è seduto al tavolo pochi istanti dopo quegli scatti? E perché stavano parlando di un piano per finanziare la Lega?

Sorgente: L’Espresso: soldi russi alla Lega, il patto nell’hotel di Mosca siglato lo scorso autunno – Repubblica.it

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