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Resta al minimo storico il costo del denaro. Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso infatti di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%. Si allunga inoltre la prospettiva per il primo rialzo dei tassi della Bce. Infatti, se fino alla precedente riunione del Consiglio direttivo si faceva menzione di una politica di tassi bassi almeno fino all’estate il comunicato odierno precisa come il Board “si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”. Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo conferma la politica di reinvestimento integrale del “capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

Quanto alle “operazioni di rifinanziamento della Bce continueranno a essere condotte a tasso fisso con piena assegnazione per tutto il tempo necessario e almeno fino alla fine del periodo di mantenimento delle riserve a partire dal marzo 2021”.

Come previsto, poi, la Bce lancia da settembre prossimo una nuova serie di iniezioni di liquidità attraverso operazioni trimestrali di rifinanziamento a più lungo termine, le cosiddette Tltro. Lo ha deciso il Consiglio direttivo dell’Eurotower, precisando che il nuovo programma terminerà a marzo 2021. I prestiti avranno una scadenza di due anni. “Queste nuove operazioni – continua il comunicato della Bce – contribuiranno a preservare le favorevoli condizioni di prestito bancario e la regolare trasmissione della politica monetaria. Con le Tltro le controparti potranno prendere in prestito fino al 30% dello stock di prestiti idonei al 28 febbraio 2019 ad un tasso indicizzato al tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali nel corso della durata di ciascuna operazione”.

DRAGHI – Gli ultimi dati raccolti dalla Bce “mostrano una notevole moderazione nell’espansione economica, che durerà per tutto l’anno in corso” afferma il presidente della Bce Mario Draghi incontrando la stampa dopo la riunione periodica del Consiglio direttivo. Le ultime stime dello staff della Bce mostrano una “revisione sostanziale al ribasso” per il Pil dell’Eurozona nel 2019 e 2020, annuncia il presidente della Bce. I nuovi dati mostrano una crescita dell’1,1% quest’anno, dell’1,6 % nel 2020 e dell’1,5% nel 2021. Per il 2019 il calo delle stime è di 0,6 punti rispetto alle previsioni di dicembre 2018. E “l’Italia è uno dei fattori alla base del rallentamento dell’Eurozona“, riconosce Draghi, precisando come in questo rallentamento ci siano elementi specifici “ad alcuni Paesi e ad alcuni settori, in particolare l’industria automobilistica tedesca”. Alla base del fenomeno, però, “anche elementi esterni, soprattutto il rallentamento del commercio mondiale, quello della Cina, le vulnerabilità di alcune economie emergenti, il potenziale rallentamento degli Usa e in generale una minore fiducia” che “si è trasmessa” anche all’interno della zona dell’euro”.

Sulle nuove misure, ma soprattutto sulle nuove iniezioni di liquidità delle Tltro, “il Consiglio direttivo è stato unanime, e questo è un segno positivo di coesione” sottolinea poi Draghi. Alla base della scelta della Bce di varare una nuova serie di Tltro c’è stata “l’incertezza diffusa e dati peggiori” del previsto, dice il presidente della Bce, aggiungendo che in questo tipo di scenario “si fa quello che si pensa sia giusto”. “In una stanza buia ci si muove a piccoli passi” osserva. Le nuove aste di liquidità, spiega ancora, “hanno un obiettivo fondamentale legato alla situazione dei finanziamenti delle banche nei prossimi anni, in cui avremo un ‘ingorgo’ causato dalla scadenza dei prestiti esistenti, di obbligazioni bancarie e del rispetto di alcune normative”. Quelle odierne sono decisioni prese “dopo la significativa revisione al ribasso” delle stime di Pil dell’Eurozona e che “spostano il focus del nostro calendario da settembre a dicembre”.

Il Consiglio direttivo della Bce ritiene “molto basse le possibilità di una recessione” afferma Draghi, evidenziando comunque il fatto che “abbiamo mantenuto una valutazione di rischi orientati al ribasso”. E rende noto che anche se la decisione finale è stata di allontanare a fine 2019 la prospettiva di un primo rialzo dei tassi, nel Consiglio direttivo “alcuni membri hanno proposto un cambiamento a marzo 2020” di questa ipotesi.

Sorgente: Bce: rialzo tassi a fine 2019

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