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Il fantasma dello “spread” è destinato a turbare i sonni dei nostri governanti nei prossimi mesi. È la previsione degli analisti di Capital Economics che, in una recente nota, hanno messo in conto nuove tensioni sul nostro debito sovrano stimando che il differenziale di rendimento tra i BTp e i Bund possa arrivare fino a quota 375 punti base entro la fine dell’anno. La previsione si basa sul presupposto che il rallentamento dell’economia mondiale sia destinato a intensificarsi nei prossimi mesi. L’incertezza derivante dovrebbe spingere gli investitori a comprare titoli di Stato dei Paesi “core” dell’Eurozona come la Germania i cui rendimenti, sulla scadenza decennale, potrebbero scendere anche sotto lo zero come accaduto nel 2016.

Andamento dello spread Btp / Bund

Parallelamente gli analisti della casa d’affari britannica hanno messo in conto per l’Italia un nuovo scontro con la Commissione sul bilancio che potrebbe accompagnarsi a nuove forti vendite sui BTp con la volatilità che potrebbe tornare sui livelli visti a maggio dello scorso anno.

«C’è il rischio – scrive Capital Economics – che le preoccupazioni sul debito italiano tornino a tenere banco scatenando una nuova crisi. Il Paese è entrato in recessione nella seconda metà del 2018 e c’è evidenza di una nuova contrazione dell’attività. Ciò comporterà con ogni probabilità un nuovo scontro con la Commissione europea sui conti pubblici e una ripresa della retorica anti-euro».

Va detto che la casa d’affari che ha fatto queste previsioni negative sullo spread si è distinta in passato per una certa dose di catastrofismo. Di recente ad esempio gli analisti hanno previsto che il debito pubblico italiano possa arrivare al 145% nei prossimi 10 anni. È anche vero che anche altri osservatori guardano con preoccupazione alla situazione italiana nella consapevolezza che la tregua con la Commissione sui conti pubblici sia destinata a durare poco.

Sul fronte dei conti da una parte c’è il tema dell’economia in frenata. Dall’altra quello delle risorse per le misure bandiera del nuovo governo (reddito di cittadinanza e pensioni) che rischiano, a conti fatti, di essere insufficienti per una loro piena attuazione.

«Per il reddito di cittadinanza – si legge in un’analisi curata dall’istituto di ricerca Flossbach von Storch – sono stati stanziati 7,1 miliardi di euro ma al netto delle spese per creare l’infrastruttura (centri per l’impiego, tutor ecc.) ne resteranno appena 3,6 effettivi da distribuire. Una cifra insufficiente a comprire la platea dei potenziali beneficiari». Anche per le pensioni l’istituto di ricerca stima che le risorse stanziate non siano sufficienti e che, nel complesso, i numeri del compromesso sul bilancio raggiunto con la Ue non siano credibili.

Secondo gli analisti gli scenari possibili a questo punto sono tre: 1) In un contesto di economia in rallentamento come previsto dalla Commissione il governo rispetta gli obiettivi sul deficit ma rinuncia a mettere in atto in pieno le promesse elettorali 2) In un contesto di Pil debole il governo mette in atto le misure previste spendendo di più di quanto preventivato 3) L’economia italiana finisce in recessione per tutto il 2019 e il governo spende più di quanto preventivato per quota 100 e reddito di cittadinanza.

Nei primi due scenari il deficit è destinato a salire ma senza superare la soglia del 2,4 per cento. Nel terzo scenario invece il quadro rischia di farsi più complicato perché il deficit potrebbe di volare al 5,28% quest’anno per poi scendere al 3,09% nel 2020 e al 2,77% nel 2021.

In questo contesto è da mettere in conto un nuovo confronto con la Commissione (e quindi nuova volatilità sui titoli di Stato) che potrebbe entrare nel vivo dopo le elezioni europee di maggio. L’incognita a questo punto è tutta sul nuovo assetto politico in Europa dopo il voto di maggio e sulla composizione del nuovo esecutivo comunitario. Un maggior peso elettorale dei sovranisti alle prossime elezioni europee comporterà un atteggiamento più benevolo verso l’Italia da parte di Bruxelles? La risposta non è scontata.

Sorgente: Spread, per la «cassandra» Capital Economics salirà di 100 punti

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