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Incontro con i governatori. Poi cena con Conte e Di Maio. Esame in Aula della legittima difesa il 5 marzo

di Dino Martirano, Virginia Piccolillo

Dopo aver fatto il pieno di voti in Abruzzo e in parte anche in Sardegna, Matteo Salvini è costretto a occuparsi di nuovo del Nord per rassicurare l’elettorato tradizionale della Lega che, dietro il braccio di ferro con il M5S, vede sfilacciarsi alcune battaglie storiche del Carroccio: in cima alla lista, ci sono l’autonomia regionale differenziata e la legittima difesa, calendarizzata dopo l’ennesimo rinvio per il 5 marzo alla Camera, senza dimenticare la Tav. E a proposito di opinioni divergenti l’alleato Luigi Di Maio ha messo sul tavolo i numeri dei gruppi parlamentari: «Il peso è due terzi del M5S e di un terzo della Lega. Comunque abbiamo sempre lavorato bene…».

Per questo ieri — nonostante l’agenda fissata in Sardegna — Salvini è dovuto rientrare a Roma per incontrare al Viminale il ministro degli Affari regionali Erika Stefani e i governatori della Lombardia e del Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, molto preoccupati per l’andazzo lento che il «catenaccio» dei grillini ha imposto alle intese regioni-governo sull’autonomia differenziata. «In settimana avrò un documento di sintesi da discutere con il premier Conte e con il vice Di Maio», ha detto il ministro. In realtà il dossier autonomie è bloccato, dopo la falsa partenza a Palazzo Chigi del 14 febbraio, perché i ministri grillini (Infrastrutture, Sanità, Beni culturali e Ambiente) sono molto cauti sulle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Durante il viaggio lampo in Sardegna, Salvini ha dunque provato a rassicurare chi, al Nord, sente puzza di bruciato: «Applicheremo la Costituzione. Non mi sembra che le regioni ad autonomia speciale abbiano da perdere alcunché. Stiamo vivendo un momento storico: lo dimostrano le altre regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia: Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente».

Le «chiacchiere» postate dal premier Conte per annunciare il vertice con Salvini e Di Maio
Le «chiacchiere» postate dal premier Conte per annunciare il vertice con Salvini e Di Maio

Sulla legittima difesa, che il M5S vorrebbe rallentare, il presidente dell’Anm, Francesco Minisci, ha offerto un assist inaspettato a Salvini: «Il rinvio della discussione in Parlamento è una buona notizia, speriamo che sia sine die», ha detto il magistrato. E il ministro ha subito replicato: «Trovo gravissimo che un magistrato dica quale legge non si deve fare. Lo dico per rispetto degli altri 99 magistrati su 100 che non si comportano così». Poi sul baratto con i grillini in difficoltà dopo la batosta elettorale: «Non abbiamo rinviato la legge per fare un favore ai Cinque Stelle, non siamo al mercato. La legittima difesa entro marzo sarà legge. Se c’è qualcuno a cui non va bene si tolga la toga, si presenti alle elezioni…». La legge sulla legittima difesa, però, dovrà poi tornare al Senato per una terza lettura.

Sulla Tav, indigesta alla base grillina, Salvini sa che entro l’11 marzo devono partire i bandi, pena il taglio di 300 milioni di finanziamenti Ue, e che presto deve rispondere al governatore Sergio Chiamparino sul referendum. Ma ci sono anche le altre infrastrutture. «Ho consegnato al presidente Conte una proposta di decreto sblocca-cantieri», ha annunciato il ministro dell’Interno. E in serata cena «cordiale» a Palazzo Chigi tra il premier e Di Maio e Salvini per fare il punto su autonomia regionale, sblocca-cantieri e investimenti.

Sorgente: Salvini avverte i 5 Stelle: «Ora l’autonomia, non ci fermiamo»

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