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Grillo contestato: «Dimettiti da garante, siete portavoce di Salvini»

Prima dello show al Teatro Brancaccio, alcuni contestatori hanno innalzato striscioni contro il Movimento: «Avete tradito i nostri valori solo per le poltrone». La risposta dal palco: «La nostra mission impossible è far ragionare la Lega»

di Antonella Baccaro

«Siccome sono preda di piccoli attacchi e invettive, se c’è qualcuno che vuol fare una contestazione, la faccia alla fine dello spettacolo. Vi do 15 minuti per sfogarvi Sono per il mio martirio consapevole». Esordisce così, fiutando l’aria, Beppe Grillo al teatro Brancaccio di Roma per la replica dello spettacolo Insomnia. Fuori dal foyer infatti le contestazioni non mancano: un gruppo di attivisti del Movimento del 2009 protesta contro lo sconvolgimento delle regole e contro il “sì” all’immunità di Salvini con dei cartelli: «Grillo traditore, ci hai venduti a Casaleggio» e «Rousseau-Trouffeau». In un angolo due militanti del movimento inalberano una bandiera e cercano di spiegare le ragioni della scelta: «Abbiamo evitato che tornasse al governo Silvio Berlusconi».

Qualche insulto vola tra i due gruppi mentre il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli entra in teatro di corsa subito dopo Giancarlo Magalli e Marco Travaglio. Le contestazioni del resto hanno imperversato per tutta la giornata anche sul Blog delle Stelle, dove i militanti che hanno sfogato rabbia e delusione hanno fronteggiato i fedelissimi. Grillo appare nervoso sulle prime, quando sale vestito di nero sul palco. Ma il pubblico si scioglie alla prima battuta dedicata implicitamente a Matteo Renzi ma anche a Di Maio e Di Battista: «Una volta i genitori ti lasciavano delle belle cose, adesso ti lasciano carriole lasciate in nero o busti di Mussolini o cooperative fallite…». E poi tocca alla Lega: «La mia missione è farli diventare intelligenti. Lui, Salvini, l’ho conosciuto in aeroporto l’unica volta che da europarlamentare è andato a Bruxelles. Mi ha passato sua madre al telefono». Con la Raggi, «dimagrita sette-otto chili» sembra solidalizzare: «Se le dessero dei soldi… Comunque è tutto pulito a Roma. Ho dovuto lasciare in giro della spazzatura perchè se voi romani vi abituate al bello è un casino!». Poi però spende belle parole per l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari che si è appena dimessa. Sullo scontro con la Francia, in particolare su Macron e sua moglie dice cose irripetibili e parte pure un “vaffa”. Si gode gli applausi, gira in platea, dice a Marco Travaglio: «Hai scritto delle cose… ti amo (riferendosi forse all’ultimo fondo critico sull’immunità a Salvini)». Poi aggiunge: «Devi fare come la Chiesa. Parla di politica ma non dare programmi politici a nessuno…».

Sulla rissa che si è consumata nella Giunta per le autorizzazioni a procedere fa solo una battuta: «Basta con le aggressioni, loro a colpi di “onestà” e noi di manette (il riferimento in quest’ultimo caso è al gesto fatto dal grillino Michele Giarrusso, ndr). Il Pd è morto per mancanza di ironia. Li dobbiamo trattare bene», ironizza. Ma i rimbrotti ai “suoi” non finiscono qui: «Basta con questi scontrini. C’è da fare la politica vera!». Ai “giovani ministri” consiglia «un po’ di cultura». Sulla Tav sollecita una “riprogettazione”, mentre è più netto sulla necessità del reddito di cittadinanza: «Ce l’hanno tutti gli Stati. Se dai i soldi al Sud, non è vero che nessuno fa più niente». Un guizzo lo dedica al ritorno di Berlusconi: «È fantastico: ho tutto il repertorio di battute pronto». E ce n’è pure per Bruno Vespa: «Il suo libro mi ha fatto passare la gastrite. Ne ho messi due sotto i piedi del letto. Ve lo consiglio: contro il reflusso è fantastico». Alla fine dello spettacolo durato oltre due ore, con una parentesi dedicata all’educazione digitale dei ragazzi, il pubblico appare un po’ stanco. Ma non è per questo che quando Grillo chiama sul palco gli eventuali contestatori, nessuno (tranne un improbabile Antonio Razzi) risponde. Il servizio d’ordine fuori dalla sala ha fatto bene il suo lavoro. Il sipario può calare.

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