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Il costo effettivo per l’Italia è di 2,8 miliardi e la galleria dei lavori è scavata nella stessa montagna del tunnel autostradale del Frejus

La Tav costa 20 miliardi, la montagna da scavare è piena amianto, la vogliono realizzare per intascare le tangenti. Di ritorno dal Sudamerica Alessandro Di Battista va in tv a giustificare il no grillino alla nuova linea ferroviaria tra Torino e Lione. La realtà è piuttosto diversa.

All’Italia la Tav non costa 20 miliardi ma 2,8. Il costo totale della tratta internazionale (il tunnel di base di 57 chilometri e i due chilometri di ferrovia sul versante italiano fino a Susa) è di 8,6 miliardi. Di questi 3,51 li paga l’Unione europea, 2,22 la Francia (che ha una tratta più lunga da realizzare sul suo versante) e 2,87 l’Italia. Ai 2,87 miliardi della tratta internazionale si possono sommare per l’Italia (ma non sono oggi ancora oggetto dei lavori) gli 1,7 miliardi necessari ad ammodernare la linea tra Susa e Torino.

In origine il progetto prevedeva di spendere sulla tratta italiana 4,3 miliardi. I costi sono stati abbattuti posticipando la realizzazione di alcune gallerie che verranno probabilmente realizzate dopo molti anni dall’entrata in esercizio del tunnel di base. Perché Di Battista parla di 20 miliardi? Perché in modo arbitrario somma ai costi che si accolla l’Italia anche i costi della Francia sul suo versante (7,7 miliardi), la quota dell’Unione europea (3,51) e la quota di lavori già spesa (1,4 miliardi). Inoltre considera l’adeguamento teorico all’inflazione che avrebbe potuto portare il costo della tratta internazionale dagli 8,6 miliardi del 2012 a 9,6 miliardi. Adeguamento che non si è verificato. Infatti nell’accordo internazionale approvato dai parlamenti italiano e francese nel 2016 il costo è rimasto fermo a 8,6 miliardi.

Per fare un paragone, di fronte ai 2,87 miliardi di spesa per l’Italia per la Torino-Lione, la tav Napoli-Bari costerà quasi tre volte tanto, più di 6 miliardi.

Di Battista ha evocato anche la polemica sull’amianto, antico cavallo di battaglia dei No Tav (ultimamente lasciato un po’ cadere). La montagna piena di amianto è la stessa in cui è stata scavata la galleria autostradale del Frejus. Il raddoppio di quella galleria (che consentirà di aumentare il numero dei tir in transito in val di Susa) è stato scavato in questi anni senza alcuna opposizione da parte dei No Tav e soprattutto senza problemi per la salute dei lavoratori del cantiere.

L’ultima obiezione di Di Battista è quella delle “tangenti sotto forma di consulenza” che spiegherebbero la pervicace volontà dei fautori dell’opera di proseguire i lavori. Non risultano indagini di questo genere sulla Torino-Lione. L’indagine sulle consulenze ha coinvolto il Terzo Valico. Di Battista confonde semplicemente due situazioni diverse.

Sorgente: Tav, i fatti e le parole di Di Battista – Repubblica.it

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