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Il leader della Lega ai suoi: “Sono tutti voti in più”. L’irritazione di Mattarella per essere stato tirato in ballo. E al Sud cresce il fronte antipopulista. Si guarda già alle elezioni europee

DI EMANUELE LAURIA E CARMELO LOPAPA

Brinda, Matteo Salvini, sulle nevi di Bormio. La guerra scatenata dai sindaci contro il “suo” decreto sicurezza la considera un regalo inatteso proprio quando l’attenzione sui flussi migratori stava scendendo e così l’enfasi sul provvedimento ormai approvato. “Non hanno ancora capito che sui temi dell’immigrazione la gente sta dalla mia parte – ha commentato il ministro dell’Interno coi suoi sentiti al telefono nell’ultimo giorno di vacanza in montagna con la figlia Mirta – I sindaci mi hanno fatto un regalo grosso così. Portino pure la legge alla Consulta, io ci costruisco sopra la campagna elettorale per le Europee”.

Non si torna indietro “di un millimetro, la pacchia dei sindaci è finita” è la linea barricadera. Nella quale tuttavia il vicepremier nel suo impeto trascina anche il Colle. “Questi sindaci vorrebbero disattendere una legge firmata dal presidente della Repubblica?” ripeteva Salvini ancora ieri sera a Zapping su Radiouno. Sortite che hanno provocato una certa irritazione da parte del Quirinale. Il presidente Sergio Mattarella non ha certo gradito essere usato in qualche modo come scudo nella contrapposizione Viminale-sindaci. Anche perché la firma del capo dello Stato – maturata in questo caso dopo giorni di meditazione e un lungo e informale confronto col Viminale – non comporta una condivisione nel merito. Il presidente aveva detto la sua a riguardo incontrando una scolaresca nel salone del Quirinale il 26 ottobre del 2017: “Firmo anche leggi che non mi piacciono, respingo solo se sono palesemente incostituzionali”.

In questa partita, ancora una volta, il M5S si è ritrovato a inseguire l’alleato. Luigi Di Maio in video al mattino e poi Palazzo Chigi nel pomeriggio hanno preso posizione in difesa della Lega e contro la rivolta dei sindaci. Il premier Conte ha fatto sapere di essere disposto a incontrare assieme al capo del Viminale i sindaci. Ammesso che Salvini lo voglia e al momento non sembra. Ma per il presidente del Consiglio come per il capo del Movimento è “inaccettabile” la mancata applicazione di una legge. Tace il presidente della Camera Roberto Fico e tutta l’area grillina che sui temi dell’immigrazione ha sempre marcato le distanze dal resto della maggioranza. Il fatto è che Di Maio – raccontano parlamentari grillini – ha dovuto prendere posizione alla svelta anche per timore di perdere consensi per lo più nelle roccaforti meridionali. I sondaggi in loro possesso, in materia di sicurezza e immigrazione, non suggerirebbero tentennamenti o linee ondivaghe.

È la stessa ragione (elettorale) che ha portato i vertici di Fi a schierarsi con Salvini. “Le leggi vanno rispettate, non scherziamo – spiega il numero due del partito Antonio Tajani – La politica spot sulla sicurezza di questo governo non mi piace, ma se un sindaco disapplica una norma a piacimento è il caos. Poi, chi vorrà potrà fare ricorso, esprimere il proprio dissenso”. Come quello del coordinatore siciliano Gianfranco Micciché? “Ognuno ha le sue idee personali ed è giusto che le esprima”, taglia corto il presidente dell’Europarlamento.

Leoluca Orlando ieri ha rilanciato la sfida a Salvini: “Non accetto lezioni di legalità da chi ha chiesto di poter restituire in 80 anni 49 milioni di euro rubati allo Stato”. Il sindaco di Palermo, che ha tessera pd e che ieri è stato contattato tra gli altri da Maurizio Martina e dall’ex collega di Milano Giuliano Pisapia, disegna il progetto di un fronte antipopulista: “C’è uno spazio politico enorme fra vecchi partiti e forze quali M5S e Lega che non hanno base democratica. Si può lavorare. Ma non mi candiderò alle Europee: resto al Comune”. In Sicilia nasce così un asse trasversale che coinvolge l’ex candidato sindaco del M5S Ugo Forello come il proconsole di Berlusconi, Micciché, che in agosto portava solidarietà ai migranti della nave Diciotti al porto di Catania dando dello “stronzo” a Salvini. “Disubbidienza civile? Dico solo che applicare una legge sbagliata non sempre è utile. Ci fu anche chi si premurò di far rispettare le leggi razziali” attacca ora. Ha anche offerto un posto da capolista alle Europee a Pietro Bartolo, il medico che ha soccorso migliaia di sbarcati a Lampedusa. Che per ora declina con un no grazie: “Preferisco continuare a fare il mio mestiere”.

Sorgente: Migranti e rivolta dei sindaci. Il vicepremier Salvini ride: “Su questi temi la gente è con me”. L’irritazione del Quirinale | Rep

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