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Migliaia di esemplari ritrovati morti spiaggiati lungo la costa di San Giovanni a Portoferraio

LUCA CENTINI
PORTOFERRAIO (LIVORNO)

C centinaia di piccoli punti luminosi. Forse migliaia Un’autentica invasione in piena notte, proprio sulla superficie del mare d’inverno. I pescatori li notano dai moli del porto o lungo la costa di San Giovanni, a Portoferraio, all’isola d’Elba. Poi, aguzzando lo sguardo, capiscono di cosa si tratta: meduse della specie Pelagia noctiluca. Quelle che, per intendersi, si illuminano al buio grazie alla loro bioluminescenza e se a contatto con la pelle umana provocano irritazioni e bruciature fastidiose.

Niente di speciale, dunque? Mica tanto. Le meduse sono una presenza scontata nel mar Tirreno in primavera e in autunno. Ma vederle spiaggiate d’inverno, nel periodo più freddo dell’anno (o almeno così dovrebbe essere), è un fatto anomalo. «Colpa della tropicalizzazione», sentenzia senza girarci troppo intorno Umberto Mazzantini, storico responsabile per le isole minori di Legambiente, l’associazione che in questi giorni ha raccolto diverse segnalazioni sul territorio dell’isola d’Elba. Solo pochi giorni fa un caso analogo si è verificato nella costa nord-occidentale della Sardegna. Il ragionamento è lineare: fa caldo, la temperatura del mar Mediterraneo è in sensibile aumento e questo può comportare dei cambiamenti nella riproduzione e nella sopravvivenza di alcune specie.

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Le piccole e luminescenti meduse sarebbero coinvolte in questo meccanismo. «Quello che possiamo dire – spiega il professor Roberto Bedini, dell’istituto di biologia ed ecologia marina di Piombino – è che le temperature più alte del mare creano le condizioni per una più frequente riproduzione delle meduse». Il fatto che siano concentrate sulla costa di Portoferraio è tuttavia, secondo Bedini, un dato trascurabile. «Si muovono spinte dalle correnti – spiega – la loro presenza non è legata in alcun modo alla qualità del nostro mare. L’invasione in inverno è un indizio del cambiamento marino? Ci andrei cauto, è probabile che le temperature più alte influiscano sulla riproduzione, questo sì».

Chi, invece, è convinto che queste meduse ritardatarie siano un segno dell’alterazione del nostro sistema marino è Legambiente Arcipelago toscano. «Il 2018 è stato il quarto anno più caldo registrato sulla Terra e il più caldo mai registrato dall’uomo in Italia e il terzo in Toscana – racconta Mazzantini – con una temperatura media sulla superficie che nel mondo ha superato di oltre 1 grado centigrado la media del XX secolo, in Italia ci sono stati addirittura 1,53° C in più e in alcune regioni e aree marine i record storici di caldo in alcuni periodi sono stati battuti di diversi gradi».

Il Cigno Verde teme che queste condizioni climatiche, assieme ad altri macro problemi come l’inquinamento, la piaga della plastica, la pesca eccessiva siano la causa dell’alterazione della catena alimentare marina. «Se siamo invasi dalle meduse in inverno è anche perché ci sono meno pesci che si cibano di zooplancton, scarseggiano i predatori, si vedono pesci tropicali che ormai tropicali non sono più. E a farne le spese sono soprattutto le tartarughe marine e i cetacei». Già, le tartarughe. Con il caldo le Caretta caretta nidificano sempre più a nord e per due anni consecutivi all’Elba sono nati dei piccoli di tartaruga.

«Uno spettacolo di cui all’Elba andiamo fieri – commenta con un sorriso Umberto Mazzantini – ma non faccio il Salvini di turno se dico che sarebbe meglio restassero a casa loro: le conseguenze del riscaldamento globale non sembrano proprio positive. Anche il turismo, alla lunga, potrebbe pagare: se andremo avanti così le coste toscane saranno presto calde come la Libia e i turisti per fare la vacanze al mare, magari, se ne andranno in Inghilterra».

Sorgente: Mare tropicale all’isola d’Elba, arriva l’invasione delle meduse – La Stampa

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