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Da dove arriva e di cosa si occupa la chiesa protestante che ha deciso di accogliere alcuni dei migranti rimasti per settimane a bordo delle navi Sea Watch 3 e Sea Eye

Giovedì il governo italiano ha annunciato che nei prossimi giorni, anche se non si sa bene quando e come, arriveranno in Italia circa 10 dei migranti sbarcati a Malta e per più di due settimane rimasti a bordo delle navi Sea Watch 3 e Sea Eye. I migranti, ha detto il governo, saranno accolti dalla Chiesa valdese, una comunità religiosa protestante perseguitata per secoli e diventata negli ultimi decenni una delle più aperte e progressiste in Italia. Oggi ci sono circa 30 mila valdesi in territorio italiano, concentrati soprattutto nelle valli del Piemonte.

Breve storia dei valdesi
Le origini della Chiesa valdese risalgono al Medioevo, quando venne fondata da Pietro Valdo. Di Valdo le fonti storiche non ci hanno lasciato molto: sembra comunque che fosse un mercante di tessuti di Lione che alla fine del Dodicesimo secolo decise di lasciare ai poveri tutte le sue ricchezze e vivere di elemosine, predicando alla testa di una piccola comunità. I “Poveri di Lione”, come venivano chiamati Valdo e i suoi seguaci, furono uno dei numerosi movimenti che sorsero nel corso del Medioevo e che predicavano il ritorno della chiesa alla povertà degli apostoli e l’abbandono della politica e delle altre occupazioni temporali a cui erano dediti i papi dell’epoca.

Come molti movimenti simili, i “Poveri di Lione” furono inizialmente tollerati dalle gerarchie ecclesiastiche, anche se furono sempre guardati con sospetto, al punto che il vescovo di Lione ordinò la loro espulsione perché, a quanto sosteneva, Valdo permetteva anche alle donne di predicare. Dopo la morte del fondatore, nei primi anni del Duecento, il sospetto si tramutò in persecuzione. Alcune comunità di seguaci di Valdo si rifugiarono nelle valli piemontesi, dove trovarono una temporanea salvezza, mentre altre fuggirono a Sud (un grosso gruppo ad esempio arrivò fino in Calabria).

Per alcuni secoli i valdesi riuscirono a sopravvivere senza subire le vaste e devastanti persecuzioni che avevano colpito movimenti simili, come i catari della Francia meridionale, che furono sterminati durante una crociata nel Tredicesimo secolo. Ma nella seconda metà del Cinquecento, con l’arrivo in Italia della Riforma Protestantee l’adozione dei dogmi del religioso francese Giovanni Calvino, iniziò da parte della Chiesa Cattolica una nuova e violentissima fase di persecuzioni che sarebbe durata per più di due secoli. Migliaia di valdesi furono uccisi, le comunità che si erano stabilite al Sud, come quella di Guardia Piemontese, vicino Cosenza, furono distrutte, mentre le valli piemontesi furono oggetto di vere e proprie spedizioni militari guidate dai duchi di casa Savoia. Le persecuzioni finirono soltanto nel Settecento, ma ci volle un altro secolo ancora perché ai valdesi venissero riconosciuti i diritti civili e politici.

Nel giugno 2015 Papa Francesco ha chiesto perdono ai valdesi per le persecuzioni a cui furono sottoposti.

La Chiesa valdese contemporanea
Oggi in Italia ci sono circa 25 mila seguaci della Chiesa valdese, e più di diecimila valdesi discendenti degli emigranti che lasciarono il paese a metà dell’Ottocento vivono in Argentina e Uruguay. Dal 1975 la Chiesa valdese si è unita a un’altra confessione riformata, la Chiesa metodista italiana, formando l’Unione delle chiese metodiste e valdesi che a sua volta fa parte della Federazione delle chiese evangeliche italiane. Nonostante siano presenti soprattutto nelle valli del Piemonte, i valdesi hanno chiese in tutto il paese. Il loro centro principale è a Torre Pelice, in provincia di Torino; un’altra sede importante è a Roma, dove si trova la Facoltà di teologia valdese, dove vengono formati i pastori della Chiesa.

La Chiesa valdese è storicamente favorevole alla laicità dello stato e contraria alla presenza di simboli religiosi in luoghi pubblici. Nel corso del secondo dopoguerra, numerosi pastori e altre personalità valdesi assunsero posizioni molto di sinistra, al punto che uno dei principali leader della Chiesa, il pastore Tullio Vinay, fu candidato come indipendente nelle liste del Partito comunista ed eletto senatore dal 1976 al 1983. In quegli anni, i più radicali tra i pastori valdesi arrivarono a proporre la devoluzione allo stato di scuole e ospedali gestiti dalla chiesa.

Oggi la Chiesa valdese continua ad avere posizioni progressiste su moltissimi temi: è  favorevole al testamento biologico, alla ricerca sulle cellule staminali, consente la benedizione di coppie formate da persone dello stesso sesso, si oppone all’omofobia e sostiene la comunità LGBT.

È anche aperta all’accoglienza degli stranieri e a partire dal 2015, insieme alla Federazione delle chiese evangeliche e alla Comunità cattolica di Sant’Egidio, ha organizzato e finanziato i “Corridoi umanitari“, un’iniziativa che ha consentito a quasi duemila profughi provenienti dalla Siria di raggiungere l’Italia con normali voli di linea. La Chiesa valdese si occupa di accoglienza tramite il centro Scicli, in provincia di Ragusa, gestito insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Dopo la prima fase di accoglienza, i profughi vengono distribuiti con un sistema di ospitalità diffusa presso famiglie di volontari.

A causa delle sue politiche progressiste e delle sue numerose iniziative benefiche, la Chiesa valdese ha un seguito molto superiore a quello dei suoi membri effettivi. Secondo gli ultimi dati disponibili, più di mezzo milione di italiani, circa 20 volte più degli effettivi membri della chiesa, hanno firmato per devolverle il loro 8 per mille.

Sorgente: Chi sono i valdesi? – Il Post

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