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1 September 2024
0 6 minuti 4 mesi

15 maggio, Giornata internazionale dell’obiezione di coscienza al servizio militare

L’obiezione di coscienza ad uccidere i propri simili nei conflitti tra Stati – e a prepararsi in modo organizzato a tali uccisioni, come se una divisa potesse giustificarle e nobilitarle – ha la sua giornata: il 15 maggio. Tra le varie forme di obiezione pacifiste, in questa giornata, ci si focalizza, in particolare, sull’obiezione di coscienza al servizio militare. Ma obiezioni contro gli omicidi organizzati di massa sono anche quelle all’industria bellica, alla finanza armata, ai trasporti di armi, ai bilanci militari.

Questa “celebrazione” antimilitarista è stata lanciata, nel 1982, da una riunione di obiettori alla guerra dell’Europa occidentale. Nel 1985, è stata formalmente adottata dall’Ufficio Europeo degli Obiettori di Coscienza e presto ha ricevuto il riconoscimento mondiale – essendo stata adottata da War Resisters’ International – ed è passata da Giornata Europea degli Obiettori di Coscienza a Giornata Internazionale degli Obiettori di Coscienza. Da allora, è stata caratterizzata da veglie fuori dalle carceri o dalle caserme dove sono detenuti gli obiettori, da manifestazioni presso le ambasciate degli Stati in cui gli obiettori non sono riconosciuti e/o trattati ingiustamente, da spettacoli teatrali di strada e da cerimonie in cui i nomi degli obiettori di coscienza del passato o del presente vengono letti e onorati pubblicamente. Scopo dell’iniziativa: promuovere azioni nonviolente che illustrino il valore dell’obiezione di coscienza contro il fenomeno bellico che l’ONU definisce, giustamente, un flagello; e sostenere coloro che, in tutto il mondo, rifiutano di parteciparvi o di prepararsi ai massacri.

LO STATUS INTERNAZIONALE DEL DIRITTO ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA

Secondo il diritto internazionale, l’obiezione di coscienza al servizio militare e all’uso delle armi è una pratica da inserire tra i diritti soggettivi fondamentali delle persone, intimamente connessa all’esercizio delle libertà individuali. Questo diritto è stato riconosciuto dalla risoluzione 89/59 della commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite.

A nostro avviso, l’obiezione di coscienza dovrebbe avere un riconoscimento completo ed esplicito nell’elenco dei Diritti Umani indicati nella Carta ONU, ed anche nel Patto Internazionale sui Diritti civili e politici. Tale diritto viene oggi considerato non originario e autonomo ma, appunto, un derivato dall’Art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sulla libertà di pensiero, coscienza e religione e dall’Art. 18 del Patto Internazionale sui Diritti civili e politici.

LA SITUAZIONE GIURIDICA DEL DIRITTO ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA IN ITALIA

In Italia, il diritto all’obiezione di coscienza è stato riconosciuto 50 anni fa con la legge 772/1972, che ha ammesso la possibilità di non svolgere il servizio militare quale diritto soggettivo.  Successivamente è stato istituito il servizio civile alternativo al militare.

Sentenze della Corte costituzionale e del Consiglio di Stato, che fanno giurisprudenza, hanno chiarito che la “difesa della Patria”, messa in Costituzione all’articolo 52, e collegata al “ripudio della guerra” messo in Costituzione all’articolo 11, è ottemperata anche dalle forme di difesa civile e nonviolenta, come è ad esempio, secondo la legge, il servizio civile.

LA SITUAZIONE DELL’OBIEZIONE DI COSCIENZA ANTIMILITARISTA NEL MONDO E LA PROSPETTIVA DEL RITORNO DELLA LEVA OBBLIGATORIA

Tra i grandi paesi del mondo, sono 40 gli stati dove il servizio militare è ancora obbligatorio. Sono oltre 60 gli stati dove è stato reso volontario. Sono 5 (tra cui l’Italia) quelli dove il servizio può tornare obbligatorio su decisione governativa. E sono 16 gli stati (piccoli) senza forze armate. Si riaffaccia, spinta dalla guerra in Ucraina, la prospettiva di una reintroduzione della naja, in forme mini, come già praticamente deciso in Germania, guardando al “modello svedese”. L’Italia può essere investita dal vento militarista che infuria sempre più forte.

OBJECT WAR CAMPAIGN SI ESTENDE A REFUSE WAR CAMPAIGN. NOI ADERIAMO CON L’OBIEZIONE ANCHE PREVENTIVA ALLA MINI-NAJA

La giornata del 15 maggio diventa quindi un momento per riflettere sul valore della pace, sul modo omogeneo al fine di perseguirla; e sul diritto di scegliere forme alternative di servizio alla nazione/comunità cui si appartiene che non implicano l’uso delle armi.

Nella Giornata internazionale di quest’anno, con la situazione pericolosa in cui le derive belliche in corso (Ucraina, Medio Oriente, etc.) possono unificare la “guerra mondiale a pezzetti” in una unica deflagrazione, persino nucleare, i Disarmisti esigenti e i loro partners rilanciano il loro appoggio ad “Object War” (www.objectwar.org) estendendolo a “Refuse War” (www.refusewar.org), promossa praticamente dalle stesse reti internazionali, tra le quali citiamo la WAR RESISTERS’ INTERNATIONAL.

In Italia il nostro appoggio di Disarmisti esigenti & partners si esplica attraverso una dichiarazione di impegno per l’obiezione alla guerra, per l’obiezione (anche preventiva) al servizio militare che la prepara, per attuare e costruire la difesa nonviolenta, per implementare l’albo pubblico degli obiettori.

Questo il testo della dichiarazione, sottoscrivibile online a questo link.

Tra le personalità firmatarie ricordiamo: Michele Santoro, Moni Ovadia, Maurizio Acerbo, Antonio Mazzeo, Laura Marchetti.

Dopo avere sottoscritto il testo di cui sopra, bisogna scrivere a:

[email protected] – [email protected] – [email protected]

Ecco, quindi, il nostro modo di opporci al sistema di guerra, convinti che l’obiezione di coscienza, che oggi celebriamo, costituisca insieme una strategia ed una pratica fondamentale, di natura politica efficace, oltre che etica, per opporsi efficacemente alle politiche e alle dinamiche di guerra.

Sorgente: 15 maggio Giornata internazionale obiezione coscienza servizio militare


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