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ROMA – La delibera per la cittadinanza onoraria è pronta ormai da mesi. I dem, che l’hanno firmata, rinviano il voto. Dal 21 febbraio sarà inutile

“Abbiamo già approvato la mozione: che fretta c’è di votare anche la delibera?”. È con queste parole, attribuite da più fonti del Fatto alla capogruppo capitolina del Pd, Valeria Baglio, che la maggioranza in Campidoglio ha rallentato fortemente (se non bloccato) l’iter per il conferimento della cittadinanza onoraria della città di Roma a Julian Assange. La bozza del provvedimento è già pronta dal 15 novembre 2023, depositata in Assemblea capitolina con le firme dei consiglieri di M5S, Lista civica Virginia Raggi e Pd sulla scorta di una mozione ad hocgià approvata a luglio scorso in Consiglio. Insomma, mancano solo la discussione in Aula e la votazione, pochi minuti in tutto in una normale seduta di Assise. “Lo stop è dovuto in parte alle divisioni in maggioranza, in parte a una certa indifferenza, se non contrarietà, del sindaco Roberto Gualtieri”, confida al Fatto una fonte autorevole del Campidoglio in quota dem, che però vuole restare anonima. Posizione, quella del sindaco, che se confermata spiega in parte l’insolito passo di lato di alcuni consiglieri che a novembre hanno apposto la loro firma sulla bozza di provvedimento e ora, a sole a due settimane dal pronunciamento da cui dipende il futuro del co-fondatore di WikiLeaks, preferiscono temporeggiare.

Assange, come noto, è attualmente detenuto a Londra e potrebbe essere presto estradato negli Stati Uniti. Il giornalista ed editore australiano rischia una condanna a 175 anni di carcere per aver pubblicato, nel 2010, attraverso WikiLeaks, documenti riservati che hanno rivelato i crimini di guerra americani durante le guerre in Afghanistan e in Iraq. Il 20 e 21 febbraio due giudici dell’Alta Corte del Regno Unito decideranno se annullare la precedente sentenza di estradizione, alla luce delle recenti sentenze che hanno fermato i piani del governo britannico di inviare i richiedenti asilo in Ruanda. Insomma, si tratta dell’ultima chance del giornalista di ottenere la libertà. E un endorsement in tempo utile da parte Capitale d’Italia (come avvenne a dicembre 2022 con Patrick Zaki), con tanto di cerimonia di conferimento alla presenza del primo cittadino, avrebbe potuto rappresentare un atto politico importante.

Difficile ormai, anche di fronte a un ripensamento, che questo possa avvenire. Come detto, la bozza di delibera porta la firma di diversi esponenti di maggioranza, tra cui la capogruppo del Pd, Valeria Baglio, e di quello dei Verdi, Ferdinando Bonessio. Nell’ultima conferenza dei capigruppo – l’organismo che decide quali delibere sottoporre all’Aula e in che ordine – entrambi si sarebbero però opposti alla calendarizzazione del provvedimento, in favore di “urgenze” come “programmazione delle attività sulle dipendenze”, due nuovi mercati rionali e il riconoscimento di debiti fuori bilancio. Il Fatto, per tutta la giornata di ieri ha provato a contattare, telefonicamente e via sms, sia la capogruppo Baglio sia gli altri consiglieri dem firmatari della bozza di delibera, senza ricevere alcuna risposta. L’entourage di Gualtieri invece scarica sul Pd: “Il sindaco non c’entra nulla – spiegano fonti vicine al primo cittadino – È un’iniziativa del consiglio comunale”. Ma sulla posizione dell’ex ministro le stesse fonti non si sbilanciano: “Una posizione neutrale”.

D’altronde, la questione Assange aveva già creato imbarazzo in alcune città a guida Pd. Imbarazzo che nel 2022 venne fuori con tutta la sua forza Milano, dove i dem bociarono la mozione per la cittadinanza onoraria presentata da Europa Verde. In quell’occasione il consigliere Daniele Nahum affermò che “esiste il diritto di uno Stato a secretare i documenti sensibili che non vuole diffondere”. La cittadinanza onoraria a Julian Assange è stata invece già concessa da altre varie città, tra cui Bari, Napoli e Reggio Emilia. La Capitale può ancora accodarsi a queste, ma probabilmente, se e quando questo accadrà, non servirà più a nulla.

(DI VINCENZO BISBIGLIA – ilfattoquotidiano.it)

Sorgente: Gualtieri e Pd voltano le spalle ad Assange: “Non è la priorità” – infosannio – notizie online

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