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L’operaia è rimasta stritolata in un macchinario. Allarme giovanissimi: hanno una possibilità quasi doppia di morire sul lavoro rispetto ai colleghi tra i 24 i i 34 anni
Anila in una fotografia tratta da Instagram

Anila in una fotografia tratta da Instagram – .

È un copione che si ripete, l’ennesimo, tragico incidente sul lavoro. Ed è una storia simile, troppo simile a quella di Luana D’Orazio, la giovane mamma stritolata da un orditoio nel 2021 a Prato, a 22 anni. È stata uccisa da un macchinario che l’ha incastrata e schiacciata, all’altezza del capo, anche Anila Grishaj, nella ditta di surgelati del Trevigiano in cui era vicedirettrice: Anila era un’operaia di origini albanesi, di anni ne aveva soli 26. Un macchinario dell’imballaggio, dove la ragazza stava operando (e acquisito di recente) per cause ancora in corso di accertamento l’ha colpita, schiacciandole le vertebre cervicali. In serata, la rabbia e la disperazione dei familiari e dei colleghim che si sono riuniti all’esterno dell’azienda dove Anila lavorava e hanno iniziato a protestare: alla fine sono dovuti intervenire i carabinieri per allontanarli.

Ora bisognerà rispondere alle domande su come la tragedia sia stata possibile: una fatalità? Un problema del macchinario, che forse non era stato installato o non funzionava in modo corretto? Un errore umano? Proprio nel caso di Luana, alla fine delle indagini, si scoprì che l’orditoio che l’aveva uccisa era stato modificato per farlo funzionare in automatico e velocizzare il lavoro. Nelle ultime 24 ore, in ogni caso, il bilancio degli incidenti sul lavoro è stato drammatico: un altro operaio, di 59 anni, è deceduto in un incidente sul lavoro che si è verificato all’interno del polo chimico di Ravenna (l’uomo, per cause ancora da chiarire, è stato colpito da un escavatore mentre lavorava all’interno di un cantiere). A Sedigliano, in provincia di Udine, invece un giovane è rimasto gravemente ferito dopo essere stato schiacciato dagli pneumatici di un mezzo pesante in manovra ed è stato portato con un volo in ospedale. Incidente sul lavoro anche in Trentino: un uomo di 43 anni, tecnico manutentore, è rimasto ferito in seguito ad una esplosione mentre stava controllando la caldaia nuova, al primo avvio, che si trova nell’autolavaggio di una officina. Il ferito è rimasto ustionato alle braccia e al volto ed è stato trasportato in codice rosso con l’elicottero all’ospedale Santa Chiara di Trento.
«È preoccupante leggere quotidianamente di incidenti sul lavoro quando dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo dopo casa propria – il commento di Gian Luca Fraioli, coordinatore della Uil Veneto-Treviso e Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto -. Qualcosa non va e bisogna assolutamente rivedere e aggiornare, se necessario, i protocolli di sicurezza». Nei primi nove mesi del 2023 sono state 761 le denunce di morti sul lavoro presentate all’Inail, in flessione del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sempre troppe, considerando che in 20 anni i morti sul lavoro nel nostro Paese sono stati 20mila. E secondo un report recente dell’Osservatorio Vega di Mestre, è allarme giovanissimi: i lavoratori tra i 15 e i 24 anni, hanno una possibilità quasi doppia di morire sul lavoro rispetto ai colleghi tra i 24 i i 34 anni (14 infortuni mortali ogni milione di occupati rispetto a 7,8).

Sorgente: Anila come Luana, morta a 26 anni. Le 761 (inaccettabili) vittime del 2023

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