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Il presidente del Senato: l’ho interrogato. Le opposizioni: parole gravi, colpevolizzano una donna

MILANO. «Come ho dichiarato, ho parlato a lungo con mio figlio e sono sereno». A pranzo, come ogni giorno nel solito ristorante vicino al suo studio proprio davanti al palazzo di giustizia di Milano, il presidente del Senato Ignazio La Russa assicura che «tutto verrà chiarito».

Racconta: «Da un paio di giorni ospitavamo a casa un amico italiano che come mio figlio studia e lavora a Londra, e un altro amico è arrivato a casa nostra proprio quella mattina» del 19 maggio scorso quando una ventiduenne racconta di essersi svegliata nel letto di Leonardo Apache La Russa, 22 anni, il figlio più piccolo del fondatore di Fratelli d’Italia, che ora è indagato per una presunta violenza sessuale.

«Quando mi sono svegliata ricordavo nulla, non sapevo neanche dove mi trovavo» ha scritto nella denuncia la presunta vittima, come ha anticipato questa mattina il Corriere della Sera. Un esposto arrivato sulla scrivania delle pm Maria Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro solo qualche giorno fa, in cui la ragazza, che sarà risentita nelle prossime ore ha ricostruito: «Ho incontrato Leonardo in una discoteca vicino al Duomo, ho bevuto due cocktail» poi il vuoto.

I due si conoscevano perché avevano frequentato lo stesso liceo milanese, ma non si vedevano da tempo. «Mio figlio mi ha raccontato, tra le altre cose, che lei quella sera gli ha parlato a lungo e della sua vita, e che gli è sembrata invece molto lucida», ha concluso La Russa prima di andar via. Poco prima aveva dichiarato in una nota: «Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinchè faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio. Inoltre – prosegue il presidente di palazzo Madama nella nota – incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla. Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne da notizia – occupa questo tempo ”per rimettere insieme i fatti”».

 

Parole che fanno insorgere le opposizioni. «Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso» dice Elly Schlein. «Il Presidente del Senato non può fare vittimizzazione secondaria. È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute. Inaccettabile da chi ha incarichi istituzionali la legittimazione del pregiudizio sessista».

 

Sorgente: La Russa difende il figlio accusato di violenza sessuale “Niente di penalmente rilevante” – La Stampa


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