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Dopo la stazione di spionaggio, un centro di addestramento militare congiunto. Cina e Cuba starebbero negoziando per istituire una nuova struttura sensibile sull’isola. In caso di fumata bianca, Pechino potrebbe posizionare le sue truppe, ma anche personale attivo nelle operazioni di sicurezza e spionaggio, a sole 100 miglia dalla costa statunitense della Florida.

È questa l’ultima indiscrezione lanciata dal Wall Street Journal, che ha citato alcune fonti di intelligence secondo le quali le trattative si troverebbero in fase avanzata ma non sarebbero ancora concluse. Da quanto emerso, l’amministrazione Biden avrebbe contattato i funzionari cubani per cercare di bloccare l’intesa, ma sulla vicenda non sono fin qui emersi ulteriori dettagli.

Ricordiamo che lo scorso 10 giugno Washington ha ammesso di essere a conoscenza della presenza di una stazione di spionaggio cinese a Cuba, in risposta all’indiscrezione lanciata dal solito Wsj. Subito sono arrivate le smentite della Repubblica Popolare e da Cuba. Adesso si parla di una nuova struttura, questa volta adibita all’addestramento militare.

La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, si è limitata ad affermare di non essere a conoscenza della questione, emersa all’indomani della conclusione della visita in Cina del segretario di Stato Usa, Antony Blinken. “Non conosco la situazione, ci auguriamo che le parti interessate possano dedicare maggiori energie a questioni che favoriscono la fiducia reciproca, la pace, la stabilità e lo sviluppo nella regione”, ha tagliato corto Mao

Una base militare cinese a Cuba?

I timori Usa sulle ambizioni cinesi in America Latina e nei Caraibi arrivano mentre l’amministrazione Biden è impegnata ad abbassare la tensione con Pechino su altri fronti, inclusa Taiwan. La diffusione del presunto accordo tra Pechino e La Havana rischia quindi di far accumulare nuove nuvole nere sulle relazioni sino-americane.

Dal canto loro, i funzionari statunitensi hanno affermato che il riferimento al centro di addestramento è contenuto nella nuova intelligence statunitense altamente riservata, che hanno descritto come convincente ma frammentaria, e che sarebbe stata interpretata con diversi livelli di allarme dai responsabili politici e analisti.

In ogni caso, Cina e Cuba gestirebbero già congiuntamente quattro stazioni di intercettazione sull’isola. Quella rete avrebbe quindi subito un significativo aggiornamento intorno al 2019, quando una singola stazione si sarebbe espansa in una rete di quattro siti gestiti congiuntamente. A quel punto, il coinvolgimento cinese si sarebbe approfondito, fino alle ultime notizie odierne.



Il Progetto 141

A quanto pare, il possibile centro militare cinese a Cuba farebbe parte del Project 141, l’iniziativa dell’esercito cinese per ampliare la sua presenza militare globale e la rete di sostegno tecnico. Secondo quanto riportato da un recente documento diffuso nell’ambito dei Pentagon Leak, Pechino starebbe perseguendo un’ambiziosa strategia militare globale che prevede, da qui al 2030, la creazione di almeno cinque basi all’estero e dieci siti di supporto logistico.

Il file presenta anche una mappa che delinea altre strutture pianificate in diverse regioni, tra cui Medio Oriente, Sud-est asiatico e Africa. Stando al report, il governo cinese prevede di sfruttare il Progetto 141 per stabilire una rete mondiale di avamposti militari e navali in Guinea Equatoriale, Gibuti, Emirati Arabi Uniti, Cambogia e Mozambico; due di questi sarebbero attualmente in costruzione, altrettanti si troverebbero in attesa di approvazione e uno soltanto (quello di Gibuti) è operativo.

Sorgente: Il centro militare a Cuba e Progetto 141: prende forma la sfida cinese agli Usa


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