Una beffa nel cuore dell’Atlantico, a metà strada tra le provocazioni dannunziane e le minacce apocalittiche del confronto nucleare. L’unica fregata russa dotata di missili ipersonici ha deviato dalla rotta prevista, che l’indicava diretta dal mare del Nord al Mediterraneo, e ha puntato verso le coste americane. Poi poco prima delle Bermuda ha simulato il lancio dei nuovissimi ordigni, lodati da Vladimir Putin come espressione della superiorità tecnologica russa: armi che volano a nove volte la velocità del suono e che – secondo le dichiarazioni di Mosca – nessuna difesa può intercettare.
Il viaggio della “Ammiraglio Gorshkov” sta diventando uno spot del Cremlino. La partenza della nave è stata salutata dal nuovo Zar, che si è collegato in video con l’equipaggio, e le dotazioni di bordo sono state descritte in più reportage dalle tv russe. E’ la prima unità al mondo che imbarca i missili Zircon, progettati per distruggere le portaerei americane con una carica di 350 chili di esplosivo ma in grado di trasportare anche una testata atomica. E – come ha sottolineato Putin nei suoi discorsi – la superiorità di Mosca in questo settore è indubbia: “Armi così potenti proteggeranno la russia dalle minacce esterne”.
Da quando è salpata, la nave è stata letteralmente pedinata dalle flotte della Nato. Prima i norvegesi, poi gli inglesi, i francesi e quindi i portoghesi hanno mandato navi da guerra sulla sua scia, diffondendo foto e video delle operazioni di controllo. All’altezza del Portogallo, però, la “Ammiraglio Gorshkov” ha fatto una deviazione imprevista: la petroliera che l’accompagnava ha proseguito verso Gibilterra, mentre la fregata ha puntato in direzione delle coste americane, sfidando la tempesta nell’Oceano.

Immediatamente, il Pentagono ha attivato i ricognitori a lungo raggio e nei giorni scorsi i quadrireattori Boeing RC-135 si sono spinti nell’Atlantico per vigilare sui movimenti russi. C’è il sospetto infatti che la “Ammiraglio Gorshkov” abbia sincronizzato la sua spedizione con un sottomarino nucleare.
Oggi la missione è stata confermata dal ministero della Difesa: “La fregata si è esercitata a colpire con un missile ipersonico Zircon un obiettivo che simulava una nave da guerra nemica a una distanza di oltre 900 chilometri”. Non c’è stato il lancio di un’arma reale, ma soltanto una prova informatica: “Nel nostro caso, il lancio elettronico e il funzionamento dell’intero equipaggio di combattimento della nave hanno confermato tutte le caratteristiche previste per questo sistema e dimostrate durante i test preliminari”, ha spiegato il comandante, Igor Krokhmal. Ma anche questa manovra è stata registrata dai satelliti e dagli aerei spia statunitensi, che hanno colto le emissioni dei radar impiegati durante la prova di attacco.
La posizione esatta non è stata rivelata. Si ritiene che fosse però ai limiti della portata utile per colpire la costa degli States con gli Zircon. Non è neppure chiaro quale sarà la prossima tappa. La Tass ha parlato di una sosta a Tartus, il porto siriano che ospita la flotta russa impegnata nel confronto più ravvicinato con la Nato: in tal caso, l’Ammiraglio Gorshkov entro un paio di giorni passerà davanti alla Sicilia. La destinazione finale però sarà il Sud Africa, dove la marina locale ha organizzato esercitazioni assieme a russi e cinesi: una scelta che sta irritando l’amministrazione statunitense, molto preoccupata per l’incremento dell’influenza di Mosca e Pechino in Africa.
Non a caso, la fregata porta il nome dell’ammiraglio che ha rivoluzionato la strategia navale sovietica, introducendo una visione offensiva negli oceani: “Una grande potenza ha bisogna di una grande flotta”, era lo slogan con cui convinse Breznev a varare negli anni Settanta un piano di riarmo navale per sfidare la Us Navy. E le sue idee continuano a ispirare il Cremlino, come emerge dal documento approvato da Putin la scorsa estate e dalla scelta di incrementare la costruzione di navi e sottomarini nonostante l’embargo.