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Da giorni a Doha si vedono gruppi di persone del luogo che sfilano con i colori delle nazionali straniere: c’è chi sostiene siano pagati

Da giorni circolano online video e immagini di gruppi di persone che in Qatar festeggiano le nazionali che giocheranno i Mondiali di calcio, la cui prima partita è in programma domenica. Nei video, molti dei quali condivisi dai profili social del sito turistico Qatar Living — seguiti da quasi mezzo milione di utenti — le persone indossano spesso divise delle nazionali per cui inneggiano e procedono in parata tra cori, bandiere sventolanti e molto entusiasmo.

 

Molti di questi video si somigliano parecchio e in effetti le parate sembrano seguire lo stesso “copione”. I tifosi sono probabilmente del luogo, indossano solo maglie prodotte di recente, si muovono con un certo ritmo e sono accompagnati dai tamburi. Fra le bandiere delle varie nazionali, poi, ne spunta sempre fuori almeno una del Qatar. Per questi motivi si ipotizza che questi gruppi siano in realtà figuranti pagati per fingere di essere tifosi. Il tutto per contribuire a creare un’atmosfera di festa che, per tanti motivi, è una delle preoccupazioni maggiori degli organizzatori.

Il Comitato Supremo di Qatar 2022, l’ente che organizza questi Mondiali, ha negato che le persone riprese negli ultimi giorni siano state pagate per tifare, ma i dubbi restano. Di certo, nella maggior parte dei video circolati finora a tifare sono persone che vivono in Qatar, anche perché in genere i gruppi di tifosi stranieri più numerosi arrivano appena prima del debutto della loro squadra, e non con diversi giorni di anticipo (a maggior ragione in un paese dove i costi sono piuttosto alti).

Ma ci sono delle eccezioni. Si stima infatti che almeno un quarto dei circa tre milioni di residenti in Qatar siano stranieri, in gran parte lavoratori provenienti da India, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal e dal resto del sud-est asiatico. Sean Ingle, giornalista del Guardian inviato in Qatar, ha raccontato per esempio che a festeggiare l’arrivo della Nazionale inglese c’erano soprattutto cittadini indiani che vivono nel paese. Ingle li ha descritti come molto vivaci, muniti di trombe e tamburi e intenti a fare cori per la squadra, l’allenatore e i giocatori più rappresentativi. Tra le altre cose, hanno anche ripetuto più volte «It’s coming home», un motto che puntualmente accompagna l’Inghilterra nei grandi tornei internazionali.

 

Ingle ha scritto di aver parlato con “una mezza dozzina” di persone di origine indiana intente a tifare per l’Inghilterra, e tutti loro hanno detto di essere veri tifosi e di non essere stati pagati per fare quel che stavano facendo. Le persone con cui ha parlato hanno mostrato inoltre una vasta conoscenza calcistica, soprattutto della Premier League inglese.

Già a inizio novembre, ben prima delle recenti parate per le strade della capitale Doha, Associated Press aveva scritto che il Qatar aveva intenzione di ingaggiare circa duemila tifosi — almeno qualcuno per ognuna delle 31 nazionali estere — per andare alla cerimonia di inaugurazione dei Mondiali e seguire il torneo per almeno due settimane, con tutte le spese pagate.

Associated Press aveva scritto inoltre che all’interno della cerimonia di apertura i tifosi dovevano cantare in un passaggio, lungo circa cinque minuti, una canzone associata al loro paese. L’articolo parlava anche del fatto che quei tifosi avrebbero dovuto poi postare online dei contenuti promozionali per l’agenzia turistica qatariota.

Sorgente: I tifosi in Qatar che forse non lo sono – Il Post

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