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Il rapporto di lavoro del presidente Xi Jinping all’inizio del 20° Congresso del Partito Comunista Cinese (PCC), tenutosi domenica scorsa a Pechino, conteneva non solo un progetto per lo sviluppo dello Stato-civiltà, ma anche per l’intero Sud Globale.

Il discorso di Xi, durato 1 ora e 45 minuti, ha in realtà rappresentato una versione più breve del rapporto di lavoro completo – si veda il PDF allegato – che entra molto più nel dettaglio di una serie di temi socio-politici.

È stato il culmine di un complesso lavoro collettivo durato mesi. Quando ha ricevuto il testo finale, Xi lo ha commentato, rivisto e modificato.

In poche parole, il piano generale del PCC è duplice: portare a termine la “modernizzazione socialista” dal 2020 al 2035 e costruire la Cina – attraverso una modernizzazione pacifica – come un moderno Paese socialista “prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato e armonioso” fino al 2049, anno in cui ricorre il centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese (RPC).

Il concetto centrale del rapporto di lavoro è la modernizzazione pacifica – e come realizzarla. Come ha sintetizzato Xi, “contiene elementi comuni ai processi di modernizzazione di tutti i Paesi, ma è maggiormente caratterizzato da caratteristiche uniche del contesto cinese”.

Molto in sintonia con la cultura confuciana cinese, la “modernizzazione pacifica” racchiude un sistema teorico completo. Naturalmente esistono molteplici percorsi geoeconomici che portano alla modernizzazione – a seconda delle condizioni nazionali di ogni singolo Paese. Ma per il Sud Globale nel suo complesso, ciò che conta davvero è che l’esempio cinese rompe completamente con il monopolio occidentale TINA (“non ci sono alternative”) sulla pratica e sulla teoria della modernizzazione.

Per non parlare della rottura con la camicia di forza ideologica imposta al Sud Globale dall’autodefinito “miliardo d’oro” (di cui i veri “d’oro” raggiungono a malapena i 10 milioni). Quello che la leadership cinese sta dicendo è che il modello iraniano, quello ugandese o quello boliviano sono tutti validi quanto l’esperimento cinese: ciò che conta è perseguire un percorso indipendente verso lo sviluppo

Sorgente: Modernizzazione pacifica: l’offerta della Cina di XI al Sud del mondo – MONDO MULTIPOLARE – L’Antidiplomatico

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