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Federico Giuliani4 MAGGIO 2022 Dalle grandi capitale europee ai meandri della Città Proibita, nel cuore della Cina. Le esportazioni di gas russo stanno iniziando ad invertire il loro flusso, scambiando le destinazioni occidentali con quelle orientali e seguendo, in sostanza, lo spostamento geopolitico della Russia.I dati sono stati diffusi da Gazprom e parlano piuttosto chiaro: le consegne di gas russo ai Paesi dell’Ue e Turchia sono scese bruscamente nel periodo compreso tra gennaio e aprile, ovvero il lasso di tempo che comprende l’inizio della guerra in Ucraina. Se confrontiamo i valori registrati all’interno di questa parentesi con quelli relativi allo stesso periodo del 2021, notiamo non solo una notevole diminuzione dell’export del gas russo destinato all’Europa, ma anche un parallelo balzo delle esportazioni di Mosca verso la Cina.“Le esportazioni verso Ue e Turchia sono state di 50,1 miliardi di metri cubi, il 26,9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021″, ha comunicato il colosso russo in una nota, senza fornire ulteriori spiegazioni. Nello stesso periodo, il gigante del gas ha affermato che la sua produzione è scesa del 2,5% su base annua a 175,4 miliardi di metri cubi. Anche le consegne al mercato interno sono diminuite, del 3,7%, “principalmente a causa del caldo di febbraio”. Le esportazioni verso la Cina, al contrario, sono aumentate del 60% su base annua attraverso l’oleodotto Power of Siberia.

Sorgente: Dall’Ue alla Cina: il gas russo vola a Pechino e lascia a secco l’Europa

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