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Il fisico dell’Università di Trento: «La discesa dei contagi della variante Omicron sarà probabilmente rapida, ma la variante Delta potrebbe riprendere forza. Lo si capirà dall’andamento dell’indice Rt»

di Laura Cuppini

Con oltre due milioni e mezzo di positivi (di cui circa 19mila ricoverati e 1.700 in terapia intensiva) e un Rt in rapida discesa sotto 1,3 (numero di persone che possono essere contagiate da un individuo infetto), l’Italia potrebbe essere vicina al picco della quarta ondata. La velocità di crescita dei contagi, un violento andamento esponenziale quando è comparsa la variante Omicron (23 dicembre), è oggi in calo. «In Paesi come l’Italia e la Grecia ci stiamo avvicinando moltissimo al picco ed è molto probabile che in Europa arrivi prima di quanto previsto, ossia entro 2-3 settimane» ha detto il direttore dell’Oms Europa (Organizzazione mondiale della sanità), Hans Kluge. Ma in ogni caso, ha aggiunto, alla Omicron non si può sfuggire e «prevediamo che in qualsiasi momento, nei prossimi mesi, 40 Paesi europei su 53 subiranno un elevato stress su ricoveri e terapie intensive, considerando il numero di non vaccinati». La previsione non dovrebbe valere per l’Italia, dove l’86,7% della popolazione over 12 ha completato il ciclo di immunizzazione.

Roberto Battiston, professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici che opera in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), quando assisteremo a una decisa diminuzione dei casi?
«Possiamo fare alcune considerazioni basate su quanto osservato in Sudafrica e Gran Bretagna, i primi Paesi a essere “invasi” da Omicron: a fronte di una crescita rapidissima dei contagi, si è verificata una discesa altrettanto veloce. In Inghilterra l’aumento è partito all’inizio di dicembre, da noi intorno a Natale. Quindi siamo”in ritardo” di 20 giorni rispetto alla

situazione inglese, ma vediamo già i primi segnali di un possibile rallentamento. Anche in altri Paesi europei, come Spagna, Portogallo e perfino in Francia si comincia a vedere una flessione. Da notare che la Francia con Omicron ha superato i 300mila contagi al giorno».

Come si calcola l’arrivo del picco?
«Il dato di cui parliamo non è quello dei nuovi contagi, ma il numero totale di infetti presenti in un determinato momento, ottenuto sottraendo, giorno per giorno, dalla quota quella dei guariti. Il superamento del picco avviene quando il numero dei guariti è superiore a quello dei nuovi contagi. Purtroppo in questo calcolo ci sono elementi oggettivi di incertezza. Primo: quanto è affidabile il numero di nuovi infetti? Molti positivi sono asintomatici o paucisintomatici e alcuni optano per i tamponi fai da te, restando in casa ma senza segnalare la propria situazione all’Asl. Secondo: quanto è affidabile il numero dei guariti? Fin dall’inizio della pandemia il conteggio di coloro che hanno superato l’infezione è stato considerato “meno importante” nella gestione dell’emergenza sanitaria. Dobbiamo però fare i conti con quello che abbiamo».

Come potrebbe variare nei prossimi giorni il parametro Rt?
«Da Natale in poi c’è stata una crescita esponenziale rapidissima, con un tempo di raddoppio dei casi che è sceso fino a 5 giorni. Ci siamo salvati grazie ai vaccini, dato che non sono stati imposti lockdown generalizzati: dopo avere superato in pochi giorni i 200mila contagi quotidiani, il rischio concreto era di raddoppiare rapidamente questi numeri. Per fortuna non è accaduto. Se davvero Omicron sta perdendo forza, vedremo nei prossimi giorni (escludendo il lunedì, a causa dell’effetto weekend) un calo dei nuovi infetti giornalieri. Per capire l’andamento epidemico il parametro Rt è molto importante ma deve essere calcolato sull’intera popolazione italiana, non solo sui ricoveri. Ora è circa 1,3 , in rapida discesa. Se, come sembra, Rt è dominato da Omicron avremo un calo ulteriore, probabilmente sotto 1: il numero totale di infetti inizierà a scendere e assisteremo alla scomparsa di Omicron. Il valore che Rt raggiungerà dipenderà anche dalla frazione di contagi Delta (che il 3 gennaio era ancora al 20%), e potremo capire fino a che punto le misure messe in atto dalla fine di ottobre siano oggi efficaci nel contenere la variante Delta, che contribuisce in modo importante ai casi gravi e ai decessi nei non vaccinati, ma che, fortunatamente risponde bene ai vaccini».

Quanto tempo servirà per capire l’andamento della pandemia?
«Circa una settimana: se l’Rt sarà sceso sotto 1 vuol dire che il picco è superato e siamo in fase di flessione. Naturalmente queste previsioni non sono mai perfette, perché le variabili in gioco sono molte e non tutte misurabili in anticipo. Esistono anche delle differenze regionali, che in alcuni casi fanno ben sperare: in Umbria, per esempio, Rt sta scendendo sotto 1,1 e la curva dei contagi attivi sta mostrando il suo massimo».

Sorgente: Battiston: «Il picco è vicinissimo, tra 7 giorni sapremo. Ma non siamo certi che Delta sia sconfitta»

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