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La virtualizzazione del denaro procede spedita, tanto da essere certi che i soldi di domani saranno ben diversi da come li abbiamo conosciuti finora

di Pierangelo Soldavini

2′ di lettura

La moneta ha tipicamente tre funzioni: è unità di conto, fornendo un valore a ogni bene e servizio; è mezzo di scambio che ci permette di acquistare e vendere quel bene o servizio; è riserva di valore, perché permette di conservare il suo valore nel tempo. Da quando le monete non hanno più un valore intrinseco, sono pure convenzioni chiamate a svolgere le tre funzioni. La forma della moneta è cambiata nella storia e l’evoluzione continua in una logica in cui l’obiettivo è che la moneta buona prevalga. Oggi la virtualizzazione del denaro procede a passo spedito, tanto da essere certi che i soldi di domani saranno ben diversi da come li abbiamo conosciuto finora.

La carica di carte, app e wallet

L’emergenza epidemica ha spinto il ricorso alla moneta elettronica e ai vari strumenti digitali, sotto forma di carte, app o wallet, risultati determinanti per far girare l’economia in lockdown. Le criptovalute, valute digitali basate su registri distribuiti che eliminano ogni intermediazione, gestite da algoritmi e non da Banche centrali, fanno storcere il naso a molti. Ma hanno messo il dito nella piaga di un sistema finanziario che ha ampie aree di inefficienza e di esclusione.

Le mosse delle Banche centrali

Tanto che uno degli effetti della diffusione delle criptovalute è l’accelerazione dei progetti delle cosiddette valute digitali di Banca centrale, che portano trasparenza, sicurezza, inclusione ed efficienza: la Cina le sta già cavalcando, Europa e Stati Uniti cercano di stare al passo. Non c’è dubbio che la tendenza punti verso l’efficienza del digitale, che non solo elimina i costi nascosti del contante, ma fa emergere il “sommerso” e abilita un sistema finanziario “ibrido” in grado di estrarre valore dai dati connessi alle transazioni. Non che la moneta virtuale elimini qualsiasi problema, anzi scoperchia altre vulnerabilità. A partire ancora una volta dalla sicurezza. Ma i vantaggi sono immensamente superiori. Lo abbiamo realizzato nell’ultimo anno.

Il paradosso del contante

È per questo che si deve parlare di un vero ”paradosso” del contante leggendo i dati di Banca d’Italia che vede la continua discesa dell’uso delle banconote nelle transazioni, sempre più digitalizzate, accompagnarsi a un aumento della richiesta di banconote. Come mezzo di scambio e come unità di conto il contante è stato ampiamente sostituito, come riserva di valore non ancora. La tendenza a nascondere i soldi sotto il materasso sembrava solo una reminiscenza del passato. Ma non ci sono alternative. Il fenomeno può segnalare una ripresa dell’economia sommersa e allora si tratta di mettere in campo tutte le misure necessarie per contrastare la piaga. Oppure la paura ha avuto la meglio e le persone si sentono più sicure con le banconote in tasca di fronte a un futuro incerto. Nessuno può impedire di utilizzare il contante come bene rifugio di ultima istanza. L’importante è essere ben consapevoli che ci sono modalità molto più sicure ed efficienti per conservare il valore.

Sorgente: Monete, impossibile tornare indietro dal digitale – Il Sole 24 ORE

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