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Il segretario di Sinistra Italiana: «Sono stato alla Texprint a Prato: siamo davanti ad un pericoloso mix di violenze e politiche regressive, come su licenziamenti e appalti. Ricomporre la frattura fra sindacati è fondamentale»

Massimo Franchi

Nicola Fratoianni, lei è l’unico parlamentare ad aver partecipato in questi giorni ad un picchetto sindacale: quello alla Texprint di Prato. Il giorno dopo la morte di Adil alla Lidl molti scoprono il far west della logistica.
L’impressione è che stia accadendo qualcosa di molto brutto: Lodi, Texprint – con le violenze il giorno dopo in cui sono andato io – fino all’omicidio di Adil. Siamo davanti a un mix dove da una parte in alcune filiere come la logistica esplode il conflitto lungo la catena degli appalti, con la pandemia che ha schiacciato ulteriormente i diritti; dall’altra siamo davanti a una campagna di discredito del lavoro e dei diritti nella quale rientrano anche i media con i titoli sulle aziende che non trovano manodopera quando invece pretendere un salario decente è un diritto, non un privilegio. Si tratta di un mix che rischia di esplodere anche per il no del governo – incomprensibile – alla proroga del blocco dei licenziamenti perché questo aumenta il potere delle aziende contro i lavoratori.

Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni

A Biandrate però la tragedia di Adil ha prodotto un fatto sindacale nuovo: anche i confederali stanno scioperando. Un riavvicinamento di Cobas e Cgil è fondamentale per contrastare il disegno che ha descritto.
Sono d’accordo. Davanti ad una tragedia che grida vendetta al cielo c’è un elemento importante di ricomposizione sindacale di cui c’è un disperato bisogno perché con la rottura le aziende, le multinazionali fanno ancor di più la parte del leone. È importante che si lavori – ognuno nel suo ruolo – al massimo per costruire un’unità dei lavoratori dentro però un punto di conflitto perché solo con la mobilitazione conflittuale si possono riguadagnare diritti e salario. È un terreno sia sindacale che politico e non è casuale che insieme siamo riusciti a fermare la liberalizzazione del subappalti e del massimo ribasso che qualcuno voleva reinserire .

Come Sinistra Italiana lunedì avete depositato la proposta di iniziativa popolare sulla patrimoniale in Cassazione denominandola «Next generation tax». Come sta andando la raccolta di firme?
È cominciata in molte città e si allargherà nelle prossime settimane. Con reazioni e alleanze molto interessanti che come spesso accade – tranne le eccezioni di Matteo Orfini, Massimo Zedda e Massimiliano Smeriglio – non provengono dalla politica. Pensa alle adesioni di Gianrico Carofiglio, Alessandro Gassmann e Maurizio De Giovanni che concordano sull’idea di mettere un freno all’allargamento della forbice della diseguaglianza. Se è del tutto evidente che serve una riforma complessiva del fisco c’è comunque un tema che riguarda i patrimoni, parola che solo in Italia non si può utilizzare, come abbiamo visto anche per la moderata proposta di Enrico Letta sulle successioni. Noi con la nostra proposta togliamo anche l’Imu sulla seconda casa (spesso eredita in famiglia) e la flat tax dell’imposta Monti del 0,2%. Con un intervento progressivo a saldo stimiamo un gettito di 10-11 miliardi con cui potremo realmente incidere a favore dei giovani, per esempio garantendo la gratuità dell’intero ciclo di istruzione e rendendo gratis i libri di testo per famiglie con un Isee sotto i 30mila euro.

Oggi a Roma e Bologna si terranno le primarie del centrosinistra. A Bologna appoggiate il candidato del Pd Matteo Lepore: pensa che possa essere una giornata importante?
Come Sinistra Italiana abbiamo lavorato per alleanze larghe rispetto al perimetro della maggioranza del governo Conte 2. Ad oggi ci siamo riusciti solo a Napoli con la candidatura di Gaetano Manfredi. Laddove non si è determinata, partecipiamo alle primarie. La giornata è importante come tutte quelle in cui c’è un processo di partecipazione: spero siano un successo maggiore rispetto a Torino. A Bologna mi auguro la vittoria di quello che è un vero ticket: quello fra Matteo Lepore ed Emily Clancy – straordinaria figura anche intellettuale – cioé tra una parte del Pd e una sinistra che come Coalizione Civica ha dimostrato che è in grado di tenere il punto, avere radicamento e che oggi si misura con la sfida di governare la città.

Il percorso di Equologica, il progetto politico di sinistra ambientalista, invece pare inceppato.
In questi mesi abbiamo prodotto interlocuzione larga e inedita con l’ambientalismo e il civismo di questo paese. Obiettivamente il governo Draghi ha determinato una difficoltà: alcuni protagonisti di quel passaggio hanno scelto strade diverse. Come ho già detto per me a sinistra è finito il tempo degli anatemi, però la differenza di giudizio pesa. E quindi Sinistra Italiana oggi è in campo ed è concentrata con le cose da fare, dalla patrimoniale agli appalti ad altre battaglie nei prossimi mesi. Ma continuiamo a lavorare per la massima convergenza sul merito così come per le amministrative con l’attenzione alle esperienze sul territorio: a Bologna con Coalizione civica come a Sesto Fiorentino con Tommaso Falchi che si ripresenta come sindaco.

Sorgente: «Servono unità e conflitto per riconquistare diritti nel lavoro» | il manifesto

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