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Né gli azzurri né gli austriaci hanno avanzato la richiesta per farlo: a Wembley staranno in piedi. Intanto l’Uefa toglie la possibilità di allenarsi a Wembley e Mancini deve cambiare tutti i piani

C’è tensione nell’aria appiccicosa di Coverciano. E non c’è da meravigliarsi visto che l’Europeo entra nel vivo e da qui in avanti non si potrà più sbagliare un colpo. Ora che sono costretti a uscire dalla loro comfort zone, tra il fortino sicuro alle porte di Firenze e la meraviglia dello stadio Olimpico, gli azzurri scoprono le inevitabili magagne di un torneo itinerante durante la pandemia. Un Euro delirio. Roberto Mancini avrebbe voluto passare l’ultimo giorno fiorentino concentrandosi sulla formazione. Invece è stato costretto a sprecare tempo e energie per rifare daccapo il piano minuzioso con cui, insieme al suo staff, aveva progettato questa trasferta.

L’idea originale era partire con un charter questa mattina alle 10 dall’aeroporto di Firenze e nel pomeriggio allenarsi a Wembley. L’Uefa, a sorpresa, ha stravolto i piani dell’Italia e anche quelli dell’Austria. Il prato, a quanto pare, non è in buone condizioni e tre giorni dopo la nostra partita nel tempio alle porte di Londra andrà in scena Inghilterra-Germania. Quindi dietrofront. La Nazionale ha rinviato di quasi 7 ore la partenza, riducendo ulteriormente il tempo di permanenza a Londra. Un blitz di 30 ore considerando che tornerà a Firenze nella notte. È l’unica buona notizia. Gli azzurri sono vaccinati ma la variante Delta, che si propaga in Inghilterra, un po’ di preoccupazione la crea.

Il cambiamento di programma non ha reso felice Mancini ed è facile immaginare che l’allenatore un po’ se la sia presa. «Non è arrabbiato», assicurano dalla Federcalcio. Magari infastidito. Il primo dentro o fuori dell’Europeo va preparato nei dettagli, anche logistici. Invece l’Italia ha dovuto rifare tutto in due ore: allenamento alle 9.30 a Coverciano, decollo alle 17 verso l’aeroporto di Luton, camminata a Wembley alle 19.15 e rientro in albergo alle 21. Quasi 12 ore in giro. Mancini ha deciso che alzare la tensione avrebbe solo innervosito il gruppo e ha provato a trasformare una notizia negativa in una positiva: «Ci alleniamo a casa nostra». La Figc non protesterà, ma è evidente che non siamo stati agevolati. E ci è stata bocciata l’idea di allestire un secondo charter per portare ospiti selezionati. Del resto i rapporti politici tra Draghi e Johnson sono molto tesi.

C’è poi l’altra questione scivolosa che complica questa strana lunga vigilia ed è legata al Black Lives Matter, il movimento antirazzista che ha sfondato in Europa. La figuraccia con il Galles, mezza squadra in piedi e mezza inginocchiata, non dovrà ripetersi. Tutti dovranno comportarsi allo stesso modo. Su questo i giocatori sono già d’accordo. Stanno ancora discutendo su quale sarà la posizione definitiva. A Wembley resteremo in piedi, come gli austriaci. Nessuna richiesta è stata fatta all’Uefa e non c’è più tempo per cambiare. Difficile immaginare che l’Italia possa cambiare atteggiamento andando avanti nel torneo. Una linea che sembra condivisa anche da Carlo Ancelotti, neo allenatore del Real Madrid, che intervistato da Il Giornale, ha detto: «Non è fondamentale inginocchiarsi per qualche secondo. Non si risolve la questione. Il tema vero è: educarele nuove generazione alla questione del razzismo che è ancora presente nelle nostre società».

Sorgente: Italia-Austria, i giocatori azzurri non si inginocchieranno- Corriere.it


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