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È un’edizione speciale quella del 2020: «Stiamo entrando in un decennio decisivo per il giornalismo legato a crisi che incidono sul futuro – sottolinea il segretario generale di Rsf Christophe Deloire – La pandemia mostra i fattori negativi che minacciano il diritto a informazioni affidabili ed è essa stessa un fattore esacerbante».

Dal report emerge infatti una chiara correlazione tra la limitazione della libertà dei media e la pandemia da Coronavirus: Cina e Iran hanno ampiamente censurato i loro maggiori focolai – si legge nel report – e in Iraq le autorità hanno revocato la licenza a Reuters per tre mesi dopo la pubblicazione di un’inchiesta in cui venivano messe in discussione le cifre ufficiali sulla pandemia.

© Reporters without borders

E in Europa, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha approvato una legge sul Coronavirus con pene detentive fino a 5 anni per false informazioni, misura sproporzionata e coercitiva, evidenzia Rsf. Riguardo alla classifica della libertà di informazione, la Norvegia è in testa all’Indice per il quarto anno consecutivo, seguita da Finlandia e Danimarca. Al quarto e quinto posto Svezia e Paesi Bassi. Buone notizie per l’Italia che guadagna due posizioni passando dal 43mo al 41mo posto, ma decisamente non siamo fra i primi della classe: circa 20 giornalisti italiani sotto scorta a causa di gravi minacce o tentativi di omicidio da parte della mafia – si legge nella scheda relativa al nostro Paese –.

Scheda Italia

Il livello di violenza contro i giornalisti continua a crescere, soprattutto a Roma e nella regione circostante, e nel Sud. «Nel complesso, i politici italiani sono meno virulenti nei confronti dei giornalisti rispetto al passato, ma il giornalismo rischia di essere indebolito da alcune recenti decisioni del governo, come una possibile riduzione dei sussidi statali per i media».

All’altra estremità dell’Indice pochi cambiamenti: ultima classificata, in 180ma posizione, la Corea del Nord – era penultima un anno fa – preceduta da Turkmenistan ed Eritrea, il paese con il peggior ranking dell’Africa. L’Europa continua ad essere il Continente in cui la libertà dei media è maggiormente garantita – al netto di alcune specifiche situazioni a livello Ue e nell’area dei Balcani – seguita dall’America, anche se, evidenzia il report, Stati Uniti e Brasile, stanno diventando “modelli di ostilità” nei confronti dei media.

continua nell’articolo originale…

Sorgente: World Press Freedom Index 2020, la libertà di stampa nel mondo – Pantografo Magazine

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