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Oltre cento migranti annegano al largo della Libia. Un’altra grande tragedia che poteva essere evitata. Per due giorni nessuno ha risposto alle segnalazioni di Alarm Phone. Tripoli se ne lava le mani. L’Onu durissima con l’Europa: «Gli Stati si sono rifiutati di salvare le loro vite»

L’inchiesta

Come hanno fermato le navi delle Ong

Giansandro Merli

Nell’ultimo anno nei porti italiani sono stati disposti otto provvedimenti di fermo amministrativo contro le navi umanitarie. Numeri, dati e funzionamento della misura che ostacola i soccorsi nel Mediterraneo centrale

Commenti

L’Europa si gira dall’altra parte e l’umanità sparisce

Filippo Miraglia

Le immagini dei gommoni che si aggirano tra i corpi senza vita di uomini e donne che speravano di salvarsi mettendosi nelle mani dei trafficanti, ancora l’unica possibilità di scappare, dovrebbero spingere governi e Ue ad attivare subito un piano di evacuazione delle migliaia di persone prigioniere delle milizie, per evitare che debbano scegliere tra la violenza e il pericolo di morte

RECOVERY PLAN

Recovery, un’approvazione lampo che esclude la società e il parlamento

Roberto Ciccarelli

Dopo settimane di discussioni segrete tra «esperti» e ministri stamattina il «piano nazionale di ripresa e resilienza» arriva al consiglio dei ministri mentre la maxi maggioranza del governo Draghi polemizza sulle misure bandiera come, ad esempio, l’estensione del «superbonus 110%» oltre le case popolari. Il parlamento avrà solo 48 ore per discutere e votare un piano di oltre 300 pagine che promette, a partire dal 2024, una crescita del Pil di oltre il 3,6%. Tranne una piattaforma digitale dove la cittadinanza potrà seguire il corso delle «riforme» annunciate non è previsto il coinvolgimento della società. Lunedì 26 a piazza Montecitorio il movimento «per una società della cura» promuove la protesta. Il 30 aprile il documento sarà inviato alla Commissione Ue

Italia

Cantano Bella Ciao, finiscono sotto processo

Riccardo Chiari

A Modena 26 giovani sono imputati da tre anni per “manifestazione non autorizzata” dopo aver protestato, cantando, di fronte a una iniziativa di piazza neofascista. L’avvocato Fausto Gianelli che li difende: “Nessun megafono, nessuno che ha preso la parola. Hanno solo cantato”.

La notte della «Morte agli arabi»

Michele Giorgio

La città si lecca le ferite dopo le violenze di giovedì notte provocate dall’estrema destra israeliana. 105 palestinesi feriti. Governo in silenzio. Aggrediti anche ebrei che protestavano contro i raid razzisti

Brevi dal mondo: Francia, Kuwait, Nigeria, Stati uniti

Red. Esteri

Poliziotta francese uccisa, si indaga per terrorismo. Femminicidio in Kuwait, le donne protestano. Tre degli studenti rapiti in Nigeria sono stati uccisi. Un afroamericano ucciso dalla polizia in North Carolina. La Camera Usa dice sì allo Stato di Washington Dc

Cultura

Il grande rischio del disincanto

Claudio Vercelli

Quello italiano è un panorama sospeso tra lo Scilla dei sovranismi e populismi e il Cariddi del sogno tecnocratico. Il calco lasciato dal Ventennio mussoliniano è pervicace e di nuovo diffuso. Costituisce un elemento underground che carsicamente riemerge nei momenti della disillusione

Storie e voci di un’identità plurale che sfida la retorica

Davide Conti

«Fermammo persino il vento. Racconti e letteratura di partigiani», curato da Marco Codebò e Domenico Gallo, in uscita nei prossimi giorni per Shake. Il volume ricostruisce un «itinerario della Resistenza» attraverso la raccolta di scritti di figure che vanno da Renata Viganò e Vasco Pratolini ad Alba de Cèspedes e Angelo Del Boca fino a Gino De Sanctis e Fabrizio Onofri

Commenti

Ripresa e Resilienza, il governo dei peggiori

Marco Bersani

Lunedì 26 aprile il Parlamento ratificherà quanto deciso dai pochi sui molti. Fuori dal Parlamento, quel pomeriggio, la Società della cura porterà in piazza Montecitorio le ragioni dei molti per dire a chiare lettere «No a un Recovery Plan per riprodurre l’esistente, Sì a un Recovery PlanET per un’alternativa di società»

Un «Giubileo» per le vittime del sistema bancario

Giovanni Paglia*

Oggi più che mai è importante riprendere da sinistra un progetto di sostegno a soggetti in difficoltà da sovra-indebitamento, senza lasciare che sia la destra a farne una bandiera come sta accadendo nell’attuale Parlamento

Resistenza culturale in Albania

Franco Ungaro

Le difficoltà del teatro, i progetti di Ilir Butka, la scena delle donne, la letteratura, l’artista Adrian Paci

Valéria Dienes e la scuola ungherese, movimenti a corpo libero

Dóra Várnai

Nel 1912 aprirono le due più importanti scuole ungheresi, sotto la guida di Alice Madzsar e Valéria Dienes, mentre la terza, condotta da Olga Szentpál, risale al 1918. Queste tre donne, danzatrici, teoriche, pedagoghe, furono le pioniere del grande movimento che prese vita nel paese attorno alle nuove idee sulla danza

Sorgente: il manifesto del 24.04.2021 – il manifesto

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