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Abbiamo rifatto il percorso dello studente disabile morto dopo una caduta dalla carrozzina incastrata in una buca

Sono soltanto 400 metri, ma sembrano dieci chilometri. Manuela ansima, impreca, ha paura, ha il fiatone. A volte urla, chiede aiuto. Ogni sbalzo, un sussulto. Quattrocento metri per andare da Piazza SS. Annunziata a piazza Brunelleschi, nel centro di Firenze.
Sembrano pochi, sono invece tanti quando sei in carrozzina. Sono gli stessi 400 metri che Niccolò Bizzarri – lo studente disabile morto in seguito a una caduta dalla carrozzina che si era incastrata in una buca – faceva tutte le mattine per andare all’Università dal luogo in cui lo lasciava l’auto di suo padre.

Abbiamo fatto lo stesso percorso con Manuela Cappellini, anche lei in carrozzina. Sembra una strada normale, ma per chi è disabile le buche diventano voragini, i dossi diventano montagne. Si parte, il colpo d’occhio su piazza SS. Annunziata sembra promettere bene. Un lastricato piatto, almeno pare, recentemente rifatto. Ma i problemi cominciano subito. Le ruote della carrozzina si incastrano, per fortuna la buca sulla pavimentazione è leggera, le braccia di Manuela spingono le ruote e la sedia a rotelle riparte. La piazza viene attraversata senza particolari problemi. La pavimentazione è buona. Soltanto qualche scossa e qualche dondolio.

Poi si entra in via dei Fibbiai. E cominciano i guai. C’è il marciapiede, ma non c’è lo scivolo e in ogni caso sarebbe tropo stretto. Manuela è costretta a procedere in mezzo alla strada. Passa una macchina e deve spostarsi. Per stare di lato, Manuela finisce per prendere in pieno una buca. Le ruote s’incastrano: «Non ce la faccio, non ce la faccio». Ma le sue braccia sono forti. La carrozzina riparte.

Attraversa via degli Alfani ed entra in via del Castellaccio. Passano altre macchine, poi motorini, le pozze schizzano acqua. Altre buche, la carrozzina ondeggia, Manuela adesso ha il fiatone. Si entra in piazza Brunelleschi e qui la situazione si fa ancora più difficile. Tante buche sul lastricato, le ruote si incastrano in una di queste, a poca distanza dal punto in cui è caduto Niccolò Bizzarri. «Aiuto» – urla Manuela – Stavolta non ce la fa da sola, una signora arriva in soccorso e spinge la carrozzina fuori dalla buca, Manuela ringrazia e procede.

Altre buche fino al cancello dell’università, adesso l’andatura è lentissima, la carrozzina procede a zig zag. Poi finalmente arriva a destinazione. «Ho impiegato 25 minuti per fare un percorso che a piedi si fa in 2 minuti. Mi sono incastrata almeno tre volte». Procediamo con Manuela in alcune piazze principali del centro. Arriviamo in piazza Duomo: è liscia, almeno di fronte alla facciata della Cattedrale. Le cose cambiano nella parte posteriore della piazza. Il lastricato, in alcuni punti, è sconnesso e le buche non mancano, per fortuna qui sono poche.

Sorgente: Corriere della Sera

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