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Gli antichi romani dicevano “do ut des”, ti do (una cosa) affinché tu dia (un’altra cosa a me).
Sembrerebbe proprio quanto succede tra Stati Uniti ed Israele da un lato ed il governo golpista boliviano dall’altro.
I primi hanno preparato e favorito il colpo di Stato in Bolivia, i secondi si sono resi disponibili ad inviare uomini per reprimere i movimenti di sinistra boliviani accusati di terrorismo dal ministro degli interni (vedere primo link), i terzi contraccambiano eliminando ai cittadini di quei paesi l’obbligo del visto per l’ingresso in Bolivia che era stato introdotto durante i governi di Evo Morales.
Statunitensi ed israeliani potranno ora entrare liberamente e senza controllo formale preventivo nel paese.

Il governo non eletto della Bolivia annuncia infatti che elimina il visto per l’ingresso di turisti da Israele e dagli Stati Uniti, un altro passo che cambia la politica seguita da Morales.

L’autoproclamata presidente ad interim della Bolivia, Jeanine Áñez, ha spiegato che la cancellazione dei visti per gli Stati Uniti e Israele cerca di aprire il commercio e promuovere il turismo, in particolare nel nord del paese andino.

“Abbiamo la necessità di aprirci al mondo e ciò non significa perdere la nostra essenza, la nostra cultura, e tanto meno la nostra identità”, ha detto la Áñez.

Insistendo sul fatto che la Bolivia abbia bisogno di un’apertura commerciale per aumentare il flusso del turismo e richieda investimenti stranieri, la presidente autoproclamata ha messo in evidenza l’enorme contributo di Israele e Stati Uniti allo sviluppo del turismo e degli investimenti in tutte le regioni del paese sudamericano.

D’altro canto, l’autoproclamata presidente boliviana ha criticato il fatto che, durante il mandato del presidente deposto, Evo Morales, i cittadini israeliani dovevano fare domanda per i visti, generando “danni” alla Bolivia.

Morales (2006-2019) è stato uno dei leader più critici contro il governo israeliano, che ha accusato di aver commesso un genocidio e crimini contro l’umanità contro la nazione palestinese nella Striscia di Gaza assediata. Inoltre, ha riconosciuto la Palestina nel 2010 come uno stato indipendente e sovrano.

Da quando ha preso il potere dopo un colpo di stato, Áñez ha preso una svolta radicale nella politica estera della Bolivia con misure immediate e controverse, come il ripristino dei legami con Washington e con Tel Aviv.

Lo scorso novembre, la ministra degli esteri del governo imposto in Bolivia, Karen Longaric, ha dichiarato di riprendere i legami con il regime israeliano, interrotto nel 2009 dall’allora presidente Morales.

Allo stesso modo, Añez ha adottato altre misure relative alle politiche di Washington, tra cui l’espulsione di tutti i diplomatici venezuelani che rappresentano il governo di Nicolás Maduro.

Sorgente: Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

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