In Iran a fuoco le immagini di Khamenei. La protesta arriva al cuore | L’HuffPost

“Diversi morti e feriti”, saccheggi e migliaia di arresti. L’Ayatollah sostiene il Governo sull’aumento del prezzo della benzina: “Questi banditi non risolveranno nulla”
“Banditi”. “Sabotatori”. “Criminali” al servizio di potenze straniere. L’ayatollah Ali Khamenei dichiara guerra alla “rivolta della benzina”. Fonti ufficiose parlano di almeno 14 morti, decine di feriti e oltre mille arresti nelle manifestazioni contro i rincari della benzina avvenute in oltre cento città, secondo l’agenzia Fars, che “una fonte della sicurezza”. Secondo l’agenzia Isna, manifestazioni si sono svolte anche oggi in alcune città, fra cui Tabriz, Kermanshah, Shiraz e Sanandaj, oltre che nell’università di Teheran.
“No Gaza, no Libano, sacrifico la mia vita per l’Iran” è ciò che cantano i manifestanti iraniani, che hanno anche dato fuoco all’effigie di Khamenei. Sono state prese di mira le banche, oggetto di saccheggi. Una folla di manifestanti ha dato fuoco alla sede della Banca centrale a Behbahan, nella provincia del Khuzestan.
La protesta non risparmia Teheran, che oggi si è risvegliata sotto una coltre di neve nella sua parte settentrionale. La città è in preda agli ingorghi, visibili anche su Google Maps digitando i dati relativi al traffico, ma molti di questi sarebbero stati causati più da un modo inedito di manifestare contro il governo che dalla neve, che ha spinto le autorità a chiudere le scuole e, di conseguenza, a diminuire il traffico in città. Secondo quanto riferiscono alcuni tweet di attenti osservatori, tra cui iraniani che studiano all’estero, nella capitale della Repubblica Islamica coloro che sono alla guida di auto comunicano le modalità di protesta attraverso la app Waze, indicando dove spegnere l’auto e causare l’ingorgo.
Proprio dalla Guida suprema iraniana è arrivato l’attacco più significativo contro i “rivoltosi”. L’ayatollah ha dichiarato il suo sostegno alla decisione governativa di razionare e aumentare i prezzi della benzina e ha accusato quelli che ha definito dei “banditi” di avere provocato gli incidenti avvenuti durante le proteste di piazza. “Non risolveranno niente, ma porteranno solo insicurezza”, ha aggiunto Khamenei, accusando l’ex famiglia reale dei Pahlavi e i “criminali” Mojaheddin del Popolo, gruppo armato che si oppone alla Repubblica islamica, di avere “incoraggiato” gli incidenti. Quanto alla decisione sul razionamento e il rincaro dei prezzi, la Guida ha sottolineato: “Io non sono un esperto, ma poiché la scelta è stata fatta dai capi dei tre rami istituzionali, la sostengo”.
“Manifestare il proprio malcontento è un diritto, ma la manifestazione è una cosa e la rivolta è un’altra” e lo Stato “non deve autorizzare l’instabilità” nella società, ha detto invece il presidente dell’Iran, Hassan Rohani, difendendo davanti ai ministri la scelta di aumentare il costo del carburante, dicendo che lo Stato non aveva altra soluzione per aiutare le “famiglie a entrate medie e basse che soffrono della situazione creata dalle sanzioni” degli Stati Uniti.
La tensione è altissima. A testimoniarlo è anche la decisione di annullare la sesta giornata della SuperLega iraniana di oggi a causa delle proteste in atto in tutto il Paese. Era stato il ministro dell’Interno, Abdolreza Rahmani Fazli, ad avvertire che le forze di sicurezza ristabiliranno l’ordine se coloro che protestano contro l’aumento dei prezzi della benzina “danneggiano le proprietà pubbliche”. “Finora le forze di sicurezza hanno mostrato moderazione e tollerato le proteste”, aveva detto parlando dalla tv di Stato. “Ma – aveva aggiunto – poiché la calma e la sicurezza delle persone sono la nostra priorità, adempiranno al loro dovere di ristabilire la calma se continueranno gli attacchi alle proprietà pubbliche e private”.
Le autorità iraniane hanno “limitato l’accesso pubblico a internet la scorsa notte e per le prossime 24 ore” scrive l’agenzia Isna, confermando quanto già ieri era stato rilevato da Netblocks, sito che monitora il traffico on line globale. La decisione è stata presa dal Consiglio supremo per la sicurezza nazionale, ha riferito una fonte del ministero delle Telecomunicazioni, in seguito alla diffusione di filmati che, a dire delle autorità, esagerano le dimensioni della protesta in corso contro l’aumento della benzina e il razionamento del carburante.
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