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Siria, Turchia rivendica controllo di Ras al-Ayn. Ma i curdi smentiscono

Truppe Usa finiscono sotto il fuoco turco: nessun ferito. Ankara: “415 i terroristi neutralizzati dall’inizio dell”Operazione fonte di pace'”. Gli Usa: “Pronte sanzioni”

La Turchia rivendica “il controllo della zona residenziale di Ras al-Ayn”, nel nordest della Siria. La notizia è stata diffusa dall’agenzia ufficiale Anadolu nel quarto giorno dell’offensiva turca contro le forze curde nella regione e poi smentita dalle forze curde delle Fds.

 

“Nell’ambito delle operazioni portate avanti con successo nel quadro dell”Operazione fonte di pace’, è stato preso il controllo della città di Ras al-Ayn, a est del fiume Eufrate”, si legge in un tweet del ministero della Difesa turco. Ras al-Ayn, ricorda la tv curda Rudaw, è una roccaforte dell’alleanza curdo-araba delle Forze democratiche della Siria (Fds). La località si trova nel governatorato siriano di Hasakah, al confine tra Siria e Turchia. Al momento non ci sono reazioni da parte delle Fds alla notizia diffusa dai media ufficiali turchi.

Questa mattina il ministero della Difesa di Ankara ha confermato che sono 415 i “terroristi neutralizzati” dall’inizio dell”Operazione fonte di pace’. Si tratta, secondo il ministero, di miliziani delle Ypg, le Unità di protezione del popolo curdo che Ankara considera al pari dei gruppi terroristici. Sono invece almeno tre i civili morti nelle ultime ore nel sudest della Turchia a causa dei colpi di mortaio lanciati dalla vicina Siria. L’agenzia ufficiale turca Anadolu riferisce della morte di un uomo a Suruc per le ferite riportate ieri in un attacco che ha fatto anche altri due morti. L’attacco viene attribuito ai “terroristi” delle Ypg, i miliziani curdi siriani delle Unità di protezione del popolo. Oggi è il quarto giorno di operazioni dei militari turchi e dei ribelli siriani nel nord della Siria.

E sotto il fuoco dell’artiglieria turca si sono ritrovate nelle ultime ore anche le truppe americane presenti nei pressi di Kobane. Lo ha reso noto Brook Dewalt, un portavoce del Pentagono citato dal Washington Post. Non ci sono state conseguente per i soldati americani. “L’esplosione è avvenuta a poche centinaia di metri da un sito all’esterno della zona del ‘meccanismo di sicurezza’, in un’area in cui i turchi sapevano della presenza delle forze americane”, ha sottolineato Dewalt che più tardi ha chiarito: “Le forze americane non si sono ritirate da Kobane”. “Gli Stati Uniti restano contrari all’avanzata militare della Turchia in Siria e soprattutto si oppongono alle operazioni turche al di fuori della zona del ‘meccanismo di sicurezza’ e in aree in cui i turchi sono a conoscenza della presenza di forze Usa – ha detto Dewalt – Gli Stati Uniti chiedono alla Turchia di evitare azioni che potrebbero portare ad azioni difensive immediate”.

Dal canto suo il ministero della Difesa di Ankara ha spiegato che i militari turchi non hanno aperto il fuoco contro le truppe americane e ha precisato che “il fuoco è cessato dopo che ci è stata segnalata dagli Usa“. Ankara ha confermato un intervento dei suoi soldati in risposta a un attacco contro un suo avamposto militare a sud della città turca di Suruc.

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