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Proposte di sanzioni pronte al Congresso e anche al Consiglio europeo. Conte: “L’Ue non si faccia ricattare”. Autobomba in una zona sotto il controllo curdo

L’offensiva turca nel nord-est della Siria è penetrata fino a 8 km dal lato di Tal Abyd e 4 km dal lato di Ras al Ayn, le due località di frontiera da cui è partita mercoledì l’incursione di Ankara. Lo ha detto il vicepresidente turco Fuat Oktay. L’obiettivo dichiarato dalla Turchia è di creare una zona cuscinetto profonda almeno 30 km.

Gli Stati Uniti “incoraggiano fortemente” la Turchia a porre fine alle azioni militari contro i curdi nel nordest della Siria. Ma l’escalation militare sul campo non si ferma. E da Qamishli, nella zona sotto il controllo curdo del nord della Siria, a est rispetto all’area in cui la Turchia ha avviato il suo intervento, arriva la notizia di un’autobomba esplosa questo pomeriggio provocando diverse vittime.

La Turchia “non fermerà la sua operazione, nonostante le minacce”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

La deputata repubblicana al Congresso Usa, Liz Cheney, è pronta a presentare nei prossimi giorni una legge che impone sanzioni alla Turchia per l’attacco alle milizie curde. La figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney, nonostante sia una delle più strette alleate di Donald Trump, si è unita al coro delle critiche contro il presidente per aver abbandonato gli alleati curdi. Oltre 20 deputati repubblicani avrebbero già espresso sostegno alla sua proposta. Tra questi il leader della minoranza repubblicana alla Camera Kevin McCarthy.

Si muove anche l’Europa. “La possibilità di imporre sanzioni alla Turchia è sul tavolo e l’Ue ne discuterà al Consiglio europeo della settimana prossima”, ha detto la viceministra per gli Affari europei francese, Amelie de Montchalin, aggiungendo che “non si può rimanere impotenti di fronte a una situazione scioccante per i civili e le forze siriane per 5 anni al fianco della coalizione anti-Isis, ma soprattutto per la stabilità della regione”.

La Turchia deve capire che “non accetteremo che i rifugiati siano usati come arma per ricattarci”, quindi “considero le minacce del presidente Erdogan completamente fuori posto”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine dell’incontro con il presidente cipriota Anastasiades a Nicosia. L’operazione unilaterale della Turchia “si deve fermare”, la situazione va risolta “attraverso canali politici e diplomatici”, ha aggiunto.

Sui foreign fighter che si trovano nell’area siriana dove la Turchia ha sferrato la sua offensiva, “c’è seria preoccupazione”. Lo afferma una fonte Ue altamente qualificata, in vista della discussione al consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue di lunedì, a Lussemburgo.

Dall’Italia è intervenuto il premier Giuseppe Conte: “Lo dirò forte e chiaro al prossimo Consiglio europeo: l’Ue non può accettare questo ricatto dalla Turchia” su un’accoglienza, quella dei profughi siriani, “finanziata ampiamente dall’Europa. L’iniziativa militare deve cessare immediatamente: l’Ue e tutta la comunità internazionale dovranno parlare con una sola voce”.

Dal fronte turco, il ministero della Difesa ha aggiornato a due suoi soldati uccisi e tre feriti il bilancio di 48 ore di operazioni in Siria, mentre sono 342 i “terroristi curdi neutralizzati” (cioè uccisi, feriti o catturati), 121 quelli arrestati e quasi 500 le persone complessivamente sotto inchiesta. “Quelli che evitano persino di rimpatriare i propri cittadini che sono terroristi foreign fighter di Daesh (Isis), non hanno il diritto di dare lezioni alla Turchia sulla lotta all’Isis”, ha rivendicato il ministero degli Esteri di Ankara. Ben più difficile, invece, quantificare il numero delle vittime fra i civili su entrambi i fronti.

Sorgente: Siria, entra l’esercito turco. Gli Usa: fermate le operazioni – Medio Oriente – ANSA

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