“Non ce lo faranno vedere, ma il massacro dei curdi ci sarà”. Intervista a Emma Bonino | L’HuffPost
L’ex ministro degli Esteri, senatrice di +Europa, all’Huffpost: “L’Italia deve avere una posizione netta con la Turchia, anche a costo di pagare qualche prezzo economico”
“Sono totalmente consapevole dell’importante interscambio commerciale italo-turco, ma per fermare l’aggressore di Ankara e difendere i curdi, dobbiamo mettere in conto anche di pagare un prezzo”. A sostenerlo, in questa intervista ad HuffPost è Emma Bonino, leader storica dei Radicali, già ministra degli Esteri e Commissaria europea, oggi senatrice di +Europa.
Le notizie che giungono dal nord della Siria sono sempre più drammatiche: centinaia di migliaia di sfollati, decine i civili uccisi…
Quando una casa brucia la prima cosa da fare è tentare di spegnere l’incendio, e mentre si spegne l’incendio capire quali sono le responsabilità passate, anche nostre, e le possibilità quindi di essere efficaci. Ieri a Lussemburgo, i ministri degli Esteri dei Paesi Ue hanno trovato un accordo su una dichiarazione politica molto sofferta, si è discusso per ore se si poteva introdurre la parola condanna o meno, e si è trovata una intesa di massima sul blocco della vendita di armi alla Turchia, lasciandone però l’applicazione ad ogni Stato membro. Stiamo parlando delle nuove commesse o stiamo parlando anche delle commesse in corso? E poi: se questo non funziona, e non funziona l’intermediazione diplomatica, i Governi europei stanno pensando a ipotetiche sanzioni? E, infine, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è disciolto o intende occuparsene? Certo, la situazione è molto difficile, perché il conflitto è complesso ed è fatto di tante guerre, locali, nazionali e per procura anche a livello internazionale. L’amara realtà è che mentre noi discutiamo, riflettiamo, si fa per dire, i curdi sono quelli che ne pagano i costi maggiori, traditi dai loro alleati occidentali che li hanno usati quando avevano bisogno di loro contro i jihadisti, lo Stato islamico e tagliagole vari, e poi li hanno abbandonati. Non stupisce quindi che i curdi, i nostri alleati più affidabili in Medio Oriente, cerchino adesso la protezione di chiunque, anche di Assad.
Protezione da un Paese, la Turchia, che è ancora membro della NATO…
Lo è al punto tale che è tuttora operativa la missione NATO denominata ‘Active Fence’, messa in piedi per proteggere i turchi da eventuali attacchi curdi! E in questo momento, è il turno di partecipazione di italiani e spagnoli, fino a dicembre 2019. Li lasciamo lì?.
”Europa vergognati”, titola Repubblica in prima pagina…
Sulla vergogna nulla da dire. Sarebbe però stato, a mio modesto avviso, più giusto e puntuale se il titolo fosse stato: ‘Governi europei, vergognatevi’. L’Europa comunitaria non c’entra nulla, ovviamente, perché continuiamo a non avere una politica estera comune, una politica di difesa comune e via elencando. Peraltro credo che un insegnamento lo possiamo cogliere, e cioè che appaltare ad altri la soluzione dei nostri problemi (Turchia-migranti, per esempio) è un boomerang che si ritorce contro. Non parliamo poi dell’accordo con la cosiddetta Guardia costiera libica per gli stessi obiettivi.
L’immaginario collettivo è stato molto colpito dal vedere donne, molte di loro poco più che adolescenti, combattere prima contro l’Isis e ora contro l’invasore turco. Qual è il senso più profondo di questa resistenza al femminile?
Ho incontrato due donne combattenti curde la settimana scorsa al Senato. Queste donne non sono puramente simboliche, ma esprimono una realtà, quella del Rojava, laica, che ha aperto da sempre alle donne ruoli importanti. Io apprezzo molto le manifestazioni di solidarietà e di sostegno, come quella del Pantheon, ma spero che siano durature, consistenti e fatte da persone consapevoli che anche noi, nel nostro impegno, dobbiamo essere disponibili a pagare dei costi. Penso, per intenderci, a eventuali sanzioni.
Lei che non può certo essere annoverata tra gli “anti-americani” per partito preso, come si spiega la politica attuata dall’amministrazione Trump?
Non saprei trovare un aggettivo adeguato. Confusa? Imprevedibile? Inaspettata? Certamente è una politica di disimpegno totale.
Abbiamo tirato in ballo Bruxelles, la Casa Bianca, le cancellerie europee, la diplomazia degli Stati. E la società civile? Cosa fare per dare più forza e continuità ad un impegno di solidarietà dal basso? Chi deve battere un colpo?
Innanzitutto la comunicazione. Io penso e temo che non avremo molte immagini dell’ennesima tragedia dei curdi, per ovvie ragioni, perché è chiaro che gli aggressori faranno di tutto per non avere testimoni scomodi. E questo non aiuta a mantenere viva l’attenzione. Quando in precedenza parlavo di un impegno duraturo, lo facevo partendo dalla constatazione che la cronaca rischia di passare in breve tempo su un altro argomento. Guardiamo agli sbarchi di migranti: continuano, ma non fanno quasi più notizia.
Cosa chiede oggi al Governo italiano?
Il prossimo appuntamento è il vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Ue che si aprirà il 17 prossimo. Immagino che avrà questo punto all’ordine del giorno, insieme alla Libia e ad altre zone di crisi. In quella sede, mi auguro che la posizione italiana sia netta, anche se sono totalmente consapevole dell’importante interscambio commerciale italo-turco: un giro di affari complessivo di 20 miliardi”.
Sorgente: “Non ce lo faranno vedere, ma il massacro dei curdi ci sarà”. Intervista a Emma Bonino | L’HuffPost
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