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Il portavoce della Camera dei Comuni, diventato una celebrità internazionale per le sue cravatte appariscenti e il suo “Order! Order!” declamato con voce stentorea, è finito al centro del palcoscenico nel dramma politico britannico intorno alla ‘Brexit’. Oggi si dimette dopo 10 anni di servizio. E già è in arrivo una biografia.

31 OTTOBRE 2019 Alcuni parlamentari si rammaricano nel vederlo uscire di scena, altri festeggiano. Bercow, il cui ruolo avrebbe dovuto essere strettamente neutrale, è diventato un eroe per gli avversari dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, un pessimo portavoce dell’assemblea invece per i suoi sostenitori e una spina nel fianco del Governo conservatore britannico. Il 9 settembre scorso il pirotecnico e commosso discorso di addio. Ha dovuto spesso sopportare l’ira dei ministri del governo per il modo in cui ha cercato di interpretare le regole per dare più potere ai legislatori. “Senza dubbio ha tanti detrattori quante persone che lo adorano,” dice Sebastian Whale, autore di “Called to Order” la biografia di Bercow in uscita più che tempestiva: “E questa è la natura dell’uomo. È stato lo ‘speaker’ adatto a questi nostri tempi: divisivo, abrasivo e controverso.” Boris Johnson ha reso a Bercow un tributo rispettoso ma pungente ieri nella ‘House of Commons’: “Anche se potremmo non essere d’accordo su alcune delle innovazioni legislative che hai favorito, non ho dubbi che tu sia stato un grande servitore di questo Parlamento e questa Camera dei Comuni.” Bercow ha trasformato il ruolo del Presidente, i cui poteri includono la gestione dell’aula, il dare – e togliere – la parole ai deputati, la supervisione delle votazioni e le decisioni su questioni di procedura parlamentare. Vedendosi come il paladino del Parlamento contro l’esecutivo, ha colto ogni occasione per consentire ai deputati di chiedere conto al governo del proprio operato. Ha decisamente rafforzato l’uso del ‘question time’ aumentando notevolmente rispetto al passato il numero di volte in cui i ministri si sono dovuti presentare per rispondere a interrogazioni urgenti, in particolare nei momenti cruciali del lungo e faticoso processo per l’attuazione del referendum sulla ‘Brexit’ in cui ha consentito ai parlamentari di prendere di fatto il controllo dell’agenda politica. 25 settembre riapre il Parlamento britannico. Lo speaker Bercow: “Bentornati!” Uno di questi interventi ha portato alla legge che ha costretto Johnson a chiedere la proroga di tre mesi della ‘Brexit’. E’ stato lui in sostanza ad affondare anche l’accordo di Theresa May con l’Unione Europa rifiutandosi di lasciare che  l’ex premier potesse presentarlo più volte al voto dell’aula. È stata una parabola notevole per quest’uomo politico, figlio di un tassista, che aveva iniziato la sua carriera nel Anni ’80 come sostenitore di Margaret Thatcher da posizioni conservatrici e di destra. John Bercow ha modernizzato il Parlamento – abbandonando la vecchia tradizione della parrucca, cambiando l’orario di seduta – e ha reso infine l’istituzione più accessibile e vicina alla gente. Ma non sono mancate le ombre, come le accuse di ‘mobbing’ da parte di alcuni ex collaboratori. Nel 2017 ha rivelato di aver votato per rimanere nell’UE nel referendum 2016. Ai politici pro-Brexit che gli imputano di aver favorito i fautori del ‘Remain’ nelle sue decisioni, Bercow ha sempre risposto di aver spesso difeso i diritti dei ‘Brexiteer’ quando erano in minoranza. Il sostituto di Bercow sarà scelto dai deputati lunedì. Ci sono nove candidati, inclusi i tre vice presidenti di Bercow.

Sorgente: John Bercow lascia. L’ultimo giorno di lavoro di Mr “Order!” – Photogallery – Rai News

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