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Allo studio del governo ci sarebbe una formula per abbassare quella su alcuni beni mentre si alza quella su altri. Francesco Boccia (Pd) e Laura Castelli (M5s)

ROMA – “Ancora oggi sui giornali sentiamo parlare di ‘rimodulazione’ dell’Iva. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’Iva non deve aumentare. Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell’Iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo”. Così il M5S in una presa di posizione fatta arrivare a tutte le agenzie di stampa.

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Il dibattito su una possibile rimodulazione dell’Iva, con tagli sui beni di prima necessità come il pane o sulle bollette, sta tenendo banco in questi giorni. Come rivelato da Repubblica la settimana scorsa, sul tavolo del governo è allo studio questa possibilità, che per la nuova maggioranza è segno di discontinuità rispetto all’esecutivo Conte 1.

Scriveva Claudio Tito sul nostro giornale: “Al momento la tassazione sulle bollette è al 10 per cento per l’uso domestico e fino a un tetto di consumi prestabilito. L’idea è quella di tagliarla di un paio di punti. Un modo per disinnescare i recenti aumenti e per lanciare un primo segnale agli utenti meno abbienti. Ma soprattutto sarebbe il presupposto per infrangere il diaframma che si era formato in questi mesi e che aveva trasformato l’Iva in una sorta di tabù inviolabile: alcune aliquote verranno abbassate e nello stesso tempo altre, per alcuni beni specifici, verranno alzate. Quella sui prodotti di lusso potrebbe superare l’attuale 22 per cento”.

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E la posizione di una parte del governo è ribadita anche dalla viceministro all’Economia Laura Castelli in un’intervista alla Stampa e dal ministro Francesco Boccia in un’intervista ad Avvenire.

“Il dibattito innescato sull’Iva dimostra che il problema esiste – spiega Castelli – non è ragionevole che sulle patatine fritte ci sia l’imposta al quattro per cento. O che sia al dieci quella sui prodotti da collezione”. Per la viceministra la strada di aumenti differenziati dell’Iva sui prodotti non prevede “tabù”. Anzi, “tabù non ce ne devono essere, su nulla. Anche perchè ci sono aliquote che devono scendere”.

Per Boccia “le rimodulazioni Iva si faranno perché oggi in questa imposta ci sono situazioni ingiuste. Siamo la sinistra, non la destra. Io posso pure accettare che Salvini ora lanci slogan vuoti contro un’Iva più giusta. Lui fa così.Mi spiace e mi fa riflettere che lo faccia Renzi: ma da che parte sta?”, conclude il ministro agli Affari regionali.

Sorgente: Il M5s tuona contro la rimodulazione dell’Iva: “Nessun aumento o cade il governo” – Repubblica.it

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