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Imponente manifestazione a Santiago e in altre città cilene. Il presidente Piñera su Twitter: “Abbiamo capito il messaggio”

dal nostro inviato MARCO MENSURATI

SANTIAGO DEL CILE – Passerà alla storia come “La Marcha más grande de Cile“, la più grande manifestazione nella storia del Paese. Solo a Santiago, in Plaza Italia, è stata stimata un’affluenza di più di un milione e duecentottantamila persone, e il numero è arrotondato per difetto. Ma concentrazioni identiche e altrettanto affollate ci sono state in tutto il resto del paese. Insomma, al coprifuoco imposto dal Governo e alle violazioni dei diritti umani compiute in questi giorni dall’Esercito e dai carabineros, è arrivata ieri una risposta impressionante da parte della popolazione che alle 17 in punto si è riversata nelle strade e nelle piazze dando una dimostrazione di forza e di unità mai viste prima.

La manifestazione, stando ai messaggi whatsapp con cui era stata convocata nella serata di giovedì, aveva tre principali obbiettivi dichiarati: “Allontanare le forze armate dalle strade”; “cancellare tutte le leggi che sono state fatte contro il popolo”; e “convocare un’assemblea costituente per chiedere una nuova costituzione”. Ma è innegabile che nel mirino della gente comune ci sia il presidente Sebastián Piñera. A fine serata, quando ormai era chiara la portata storica di quanto stava accadendo e di fronte alle immagini che testimoniavano inequivocabilmente le incredibili proporzioni dell’adesione alla protesta, il presidente Sebastian Piñera ha twittato: “La folla gioisa e pacifica sfila con i cileni che chiedono un Cile più giusto e solidale, questo apre un grande cammino di avvenire e di speranza. Abbiamo capito il messaggio”. Mentre la presidente del governo regionale Karla Rubilar: “E’ stato un’incredibile trionfo dei cittadini”.

Sebastian Piñera

@sebastianpinera

La multitudinaria,alegre y pacífica marcha hoy,donde los chilenos piden un Chile más justo y solidario,abre grandes caminos de futuro y esperanza.Todos hemos escuchado el mensaje.Todos hemos cambiado.Con unidad y ayuda de Dios,recorreremos el camino a ese Chile mejor para todos

SANTIAGO DEL CILE – Passerà alla storia come “La Marcha más grande de Cile“, la più grande manifestazione nella storia del Paese. Solo a Santiago, in Plaza Italia, è stata stimata un’affluenza di più di un milione e duecentottantamila persone, e il numero è arrotondato per difetto. Ma concentrazioni identiche e altrettanto affollate ci sono state in tutto il resto del paese. Insomma, al coprifuoco imposto dal Governo e alle violazioni dei diritti umani compiute in questi giorni dall’Esercito e dai carabineros, è arrivata ieri una risposta impressionante da parte della popolazione che alle 17 in punto si è riversata nelle strade e nelle piazze dando una dimostrazione di forza e di unità mai viste prima.

La manifestazione, stando ai messaggi whatsapp con cui era stata convocata nella serata di giovedì, aveva tre principali obbiettivi dichiarati: “Allontanare le forze armate dalle strade”; “cancellare tutte le leggi che sono state fatte contro il popolo”; e “convocare un’assemblea costituente per chiedere una nuova costituzione”. Ma è innegabile che nel mirino della gente comune ci sia il presidente Sebastián Piñera. A fine serata, quando ormai era chiara la portata storica di quanto stava accadendo e di fronte alle immagini che testimoniavano inequivocabilmente le incredibili proporzioni dell’adesione alla protesta, il presidente Sebastian Piñera ha twittato: “La folla gioisa e pacifica sfila con i cileni che chiedono un Cile più giusto e solidale, questo apre un grande cammino di avvenire e di speranza. Abbiamo capito il messaggio”. Mentre la presidente del governo regionale Karla Rubilar: “E’ stato un’incredibile trionfo dei cittadini”.

A poco più di una settimana dalla proclamazione dello stato di emergenza nel paese e del relativo coprifuoco, l’intensità della protesta aumenta ancora. L’impressione è che la piazza non voglia dare vie d’uscita al presidente rimanendo sorda ad ogni suo tentativo – e in questi giorni ne sono stati fatti parecchi – di stemperare il clima politico. Tutto era cominciato a inizio ottobre con le proteste pacifiche da parte degli studenti all’annuncio dell’aumento del costo del biglietto della metropolitana. Un provvedimento sciagurato annunciato in modo ancor più sciagurato: “Se volete risparmiare – aveva detto il ministro dell’economia Juan Andrés Fontaine – alzatevi all’alba e prendete la metro prima, fuori dall’ora di punta, a una tariffa più bassa”, proponendo in sostanza alla gente di andare al lavoro due ore prima e di tornare due ore dopo per pagare di meno il biglietto. Quelle parole alzarono improvvisamente il livello dello scontro e delle proteste. Contro le quali, nei giorni successivi, il governo decise di reagire con il pugno di ferro, dichiarando lo stato d’emergenza, decretando il coprifuoco e precipitando di colpo il paese nello stesso incubo che si era vissuto ai tempi di Pinochet.

Cile, oltre un milione in piazza. La protesta non si ferma

Una serie di gaffe, come le immagini di Piñera che festeggiava in pizzeria mentre Santiago letteralmente  bruciava, o come la confessione involontaria della première dame Cecilia in un audio inviato ad un’amica (“questi sono come degli alieni, dobbiamo prepararci a rinunciare ai nostri privilegi”), hanno poi incendiato gli definitivamente gli animi e la crisi politica si è mostrata al mondo intero per quello che di fatto era, l’atto finale del conflitto sotterraneamente maturato negli anni, tra l’élite ricca del paese e la stragrande maggioranza dei cittadini.

Alla manifestazione di ieri – una delle più pacifiche di quest’ultima settimana – moltissimi ragazzi e ragazze si sono presentati vestiti da alieni, con pistole giocattolo e scritte sarcastiche che annunciavano una sorta di Guerra dei mondi.  “Cecilia siamo qui per te”, recitava un grande striscione, facendo riferimento alla frase pronunciata dalla moglie di Piñera. Centinaia di migliaia di persone sono rimaste in piazza fino a tardi approfittando anche dello slittamento di un’ora dell’inizio del coprifuoco, attivo dalle 23, decisa dal ministero della difesa, nel tentativo di tornare gradualmente alla normalità. Normalità che però è ancora molto lontana, visto che alle 20, appena la manifestazione si è conclusa, la piazza è stata presa in mano dalle frange più violente del movimento, sono ripresi gli scontri, gli incendi e i saccheggi dei giorni scorsi.

Sorgente: Cile, oltre un milione in piazza. La protesta non si ferma – Repubblica.it

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