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“Non c’è alcun presunto finanziamento e continuerò a sostenere questa tesi. Mi sembra che stanno dietro a Trump da due anni e non hanno trovato alcunché. Ognuno passa il tempo come vuole”

dal nostro inviato Tommaso Ciriaco

HELSINKI. Ministro Salvini, Conte riferirà su Moscopoli: ha il sapore di una sfida contro di lei. Che ne sa il premier dei presunti finanziamenti alla Lega?
“E’ una domanda che mi sono fatto anche io… D’altronde, Conte ribadisce ogni giorno che è il presidente del Consiglio. Io non mi alzo la mattina dicendomi: “Matteo, sei ministro dell’Interno”. Detto questo, andrò in Parlamento a ribadire quello che ho sempre detto”.

A Helsinki sono le 20. E’ giorno pieno. Matteo Salvini è volato fin qui per incontrare gli altri ministri dell’Interno Ue. Si affaccia dal balcone di una saletta dell’hotel Kamp. Ha gli occhi rosso fuoco. “E’ l’allergia”. “Vuole un antistaminico?”. “No, sono per la medicina alternativa”. E’ un uomo provato.
Ministro, si rende conto che il question time non basta a chiarire?
“E allora faremo una conferenza internazionale…”.
Perché scappa dal Parlamento? Perché non va a riferire, se è convinto di non avere nulla da nascondere?
“Ma io ci andrò. Lei non si preoccupi di quando ci andrò”.
Non mi preoccupo: domando.
“E io ci andrò, non si preoccupi. C’è un’inchiesta in corso da mesi, possono cercare quello che vogliono, ma non trovano un euro, un dollaro: non trovano nulla. Trovano, quella sì, la convinzione che i rapporti con la Russia sono fondamentali, che Putin è un grande uomo di Stato e che per l’Europa è meglio dialogare con Mosca che lasciarla nelle mani della Cina. Così come dirò che le sanzioni sono un provvedimento sbagliato”.
Cosa c’entra questo con i presunti finanziamenti alla Lega?
“Appunto, niente: non c’è nessun presunto finanziamento e continuerò a sostenere questa tesi. Mi sembra che stanno dietro a Trump da due anni e non hanno trovato alcunché. Ognuno passa il tempo come vuole”.
Ma davvero sostenete che vi attaccano perché volete cambiare l’Europa?
“Niente succede per caso. Niente. Se se la prendono con Trump, volete che non se la prendano con me?”.
Ma chi, scusi?
“Diciamo che c’è un sistema ben organizzato”.
I servizi? Quali?
“No.. ma… io ho le mie idee, l’importante è che sono tranquillo dal punto di vista di tutti quei reati di corruzione, quelle fantasie lì. Sono colpevole di avere buoni rapporti con la Russia”.
Ministro, neanche un’autocritica, o una critica verso quelle persone di cui si circondava, come Savoini e D’Amico, che l’hanno messa in questa situazione?
“Mi fido delle persone che mi sono vicine. Se poi qualcuno sbaglia, con me paga doppio”.
Perché ha cambiato versione su Savoini? Prima non lo conosceva, poi sono uscite le foto e ha detto di conoscerlo.
“Non ho mai detto di non conoscerlo. L’ho conosciuto la prima volta all’università Statale nel 1992. Non lo conosco da 20, ma da 27 anni”.
E insisto: perché non lo scarica dopo quello che ha fatto? C’è un audio gravissimo.
“Se uno sbaglia, e me lo provano, paga. Ne abbiamo buttati fuori tanti dalla Lega. Ma sulla fantasia o sulle ipotesi io non condanno e non scarico nessuno. La cosa di scaricare me l’hanno detta anche su Siri e su Garavaglia: “Perché difendi uno che ha fatto turbativa d’asta?”. Lo difendo perché lo ritengo una brava persona. E ho fatto bene: assolto dopo un calvario. Probabilmente erano pronti i comunicati stampa ciclostilati dei 5S da mandare in caso di condanna”.
Su Moscopoli l’atteggiamento dei 5stelle è stato prima cauto, poi più duro a seguito dell’intervento dei magistrati.
“La Russia non è niente, il problema è l’atteggiamento complessivo. Prima Fontana, poi Siri, Rixi, Molinari, Romeo: per qualcuno ci sono italiani presunti colpevoli e ladri a prescindere. E’ un atteggiamento poco democratico e rispettoso”.
Deve dirlo agli alleati di governo. Come fate ad andare avanti?
“Lo chiederò a Conte e Di Maio. Gli insulti quotidiani del Pd ci stanno. Ma ogni giorno tre esponenti dei cinquestelle si alzano e invece di fare come la gazzella che corre, attaccano Salvini e la Lega”.
Come fate ad andare avanti, dunque?
“Ora le cose si fanno, o non si fanno. Se faremo tre passi avanti con la riforma della giustizia, dell’autonomia e la manovra economica, vado avanti. Se arrivassero tre no, cambia tutto. Ecco, mi auguro che il voto dei 5stelle all’Europa di Merkel e Macron non significhi una manovra alla Monti. Non so se la von der Leyen è lì che aspetta di far crescere l’Italia. Ho sentito il discorso: se il buongiorno si vede dal mattino… Tra qualche mese chiederemo conto a chi l’ha eletta (i 5S, ndr) del senso di questo voto, perché avremmo potuto cambiare la storia”.
Anche lei: poteva far cadere il governo a maggio, aveva l’Italia in mano dopo le Europee. Perché non l’ha fatto?
“Io non sono fatto così. Non bado alla convenienza immediata o partitica. Certo, se questi ogni giorno vanno avanti a far così… (fa con le mani il segno che è tutto finito, ndr).
Cade il governo?
“Ma è una scelta loro. Se ogni giorno c’è un no, è una scelta loro”.
A proposito di Commissione Ue: la prima vittima di Moscopoli sarà il commissario alla Concorrenza. Deve andare alla Lega?
“Un commissario all’Italia spetta, per legge. Quello non possono cancellarlo. La Lega ha solo preso il doppio dei voti degli altri. Se i voti non contano… Allora lo sceglieremo sulla piattaforma Rousseau”.
Perché non pretende la poltrona di premier, se il governo non va? Ha ancora tre giorni prima che si chiuda la finestra elettorale.
“Ma io non credo alla finestra. A parte che non ci sono solo due o tre giorni. Dieci? Neanche, datemi retta, non c’è una finestra così stretta”.
Teme un ribaltone Pd-5S, se cade questo governo? Fico ci lavora?
“Lo chiedano agli italiani. E chi se ne frega di Fico”.
Qui a Helsinki cosa farà sull’immigrazione?
“Non siamo di fronte a operazioni di salvataggio o a naufragi imprevedibili: sono viaggi organizzati, un business, e non possiamo lasciarne la gestione alle Ong. Stasera noi e Malta presenteremo un documento alternativo a quello di Francia e Germania. A volte i piccoli vincono”.
Piccoli? Voi avete i russi.
“E loro i cinesi”.

Sorgente: Salvini: “In aula ci andrò, ma se arrivano altri no il governo cade” | Rep

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