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Tria ammette: «Necessario un nuovo aggiustamento. Molto dipenderà dal nuovo commissario dell’economia

ROMA. Come dire «vi teniamo d’occhio» con fare diplomatico? Dopo aver generosamente accettato i contenuti di una manovra correttiva fatta in gran parte di voci una tantum, la Commissione europea avverte l’Italia che rifarà bene i conti in autunno. «Sorveglieremo l’attuazione efficace del pacchetto di misure, monitoreremo da vicino l’esecuzione del bilancio 2019 e valuteremo il rispetto della bozza di legge di bilancio 2020 con il patto di Stabilità». La lettera firmata dai due commissari uscenti – Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis – conferma la chiusura della procedura di infrazione sul debito ma anche lo scetticismo di Bruxelles nei confronti del governo giallo-verde.

La Commissione aveva chiesto impegni formali anche per il futuro, ma è prevalsa la linea di chi non voleva accentuare una tensione che avrebbe potuto avere conseguenze politiche sulla tenuta della maggioranza. Dietro le quinte si è consumato uno scontro fra falchi e colombe: da un lato Angela Merkel ed Emmanuel Macron, decisi a concentrare le energie sul dossier nomine, dall’altra Olanda, Finlandia e i Paesi baltici, contrari a troppe concessioni. L’assenza del lettone Dombrovskis dalla riunione del gabinetto della Commissione che ha deciso di chiudere la procedura all’Italia conferma che sul dossier non c’era unanimità.

È vero che il governo ha aborracciato i fondi qua e là, costringendo perfino Cassa depositi e prestiti e Banca d’Italia a concedere dividendi straordinari. Ma è pur vero che otto miliardi di correzione in corso d’anno non sono pochi: il governo Gentiloni ne varò una che ne valeva la metà. Il ministro del Tesoro Tria lo ammette e dice che per il prossimo anno ci vorrà un «seppur minimo» nuovo aggiustamento. Ma che significa in concreto? L’osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli calcola che fra aumenti Iva e promesse di riduzioni fiscali si parte da trenta miliardi di euro. C’è un però: nell’ultima lettera all’Unione di Conte e Tria non c’è alcun cenno ai progetti di riduzione fiscale. Perfino Matteo Salvini si è fatto più prudente: «La tassa piatta non la faremo subito e per tutti, ma la faremo». Se – come sembra – il governo giallo-verde avrà vita lunga, c’è chi immagina una Finanziaria d’autunno più cauta della precedente: un aumento selettivo delle aliquote Iva e un abbassamento delle tasse solo per i redditi fino a 29mila euro, fra i più tartassati d’Europa. Molto dipenderà anche dalla nuova Commissione, dal suo nuovo presidente tedesco – l’ex ministro Ursula von der Leyen – e da colui che prenderà il posto di Moscovici alla guida degli Affari monetari. Se – come si sussurra a Bruxelles – fosse l’attuale ministro portoghese Mario Centeno, Salvini e Di Maio avranno di che esserne soddisfatti.

Sorgente: L’Ue avverte Roma: “In autunno verifica sui conti del 2020” – La Stampa

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