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Dopo un G20 che ha visto Usa e Cina tornare a parlarsi, Washington alza i toni con l’Europa e colpisce l’Italia (olio e formaggio) dopo aver aggiunto 89 sotto-categorie a quelle già prese di mira a causa del conflitto Boeing-Airbus. Bene solo Hong Kong, oro e yen. Futures su Wall Street piatti, Bitcoin sempre in calo

di Elena Dal Maso

Dopo il G20 a Osaka, al centro dell’attenzione di tutto il mondo, una due giorni di intensi colloqui che hanno visto Usa e Cina tornare a parlarsi sulla guerra commerciale, ieri sera si è mossa di nuovo Washington e ha preso di mira l’Unione europea per 4 miliardi di beni, fra cui alcuni settori tipici italiani (olio e formaggio). Fra l’altro l’Ue è in standby fino a metà novembre sul capitolo fondamentale dell’auto, sei mesi concessi dagli Stati Uniti di colloqui prima di alzare le barriere in entrata.

Le borse in Asia hanno reagito di conseguenza alle nuove tensioni. Alle ore 7:30 italiane il Nikkei è sopra la parità (+0,13%), ormai a fine corsa, mentre Hong Kong, ieri chiusa per festività, sale dell’1,24% fra le rivolte di piazza contro Pechino e Shanghai cede lo 0,15%.

L’oro intanto guadagna lo 0,4% a 1.394,9 dollari per oncia, il petrolio Wti americano cede lo 0,17% a 58,99 dollari il barile. L’euro resta in equilibrio a 1,129 sulla chiusura di Wall Street, lo yen sale dello 0,11% a 108,33 e la sterlina scambia invaruata a 1,2641. IL T bond decennale americano vede il rendimento calare al 2,015%, segnale di una ripresa delle tensioni sui mercati. I futures su Wall Street, intanto, sono piatti mentre il bitcoin torna sotto quota 10 mila e scambia a 9.877 dollari.

Ieri sera il governo degli Stati Uniti lunedì ha aumentato le pressioni sull’Europa a causa della lunga disputa sui sussidi al settore aereo, minacciando nuove tariffe per 4 miliardi di dollari di beni aggiuntivi. L’ufficio del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti (USTR) ha pubblicato un elenco di prodotti aggiuntivi – tra cui olive, formaggio italiano e whisky scozzese – che potrebbero essere colpiti da tariffe, oltre ai precedenti prodotti per un valore di 21 miliardi di dollari annunciati lo scorso aprile.

L’USTR ha spiegato che intende aggiungere 89 sotto-categorie tariffarie al suo elenco iniziale, inclusa una varietà di metalli. Le due parti coinvolte, Washington e Bruxelles, si sono minacciate a vicenda di imporre miliardi di dollari di tariffe e su aerei, trattori e cibo a causa di una diatriba che dura da quasi 15 anni ed è attualmente in mano al Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio). Riguarda i sussidi agli aerei di Boeing Co e il suo rivale europeo, Airbus  SE. L’ascia di guerra è stata disotterrata dagli Usa dopo l’incidente mortale causato a marzo dai Boeing 737 Jumbo in Etiopia in cui sono decedute 157 persone. La Cina ha subito tenuto a terra la sua flotta di 737 e così molti altri Paesi, mettendo alle corde il gruppo statunitense.

La mossa di ieri sera va in direzione opposta a quanto era emerso a fine giugno durante il Salone dell’Aeronautica di Parigi, secondo cui gli Stati Uniti potrebbero consentire ad Airbus  di ricevere finanziamenti governativi ma a condizioni di mercato, aprendo potenzialmente la strada alla fine della guerra per i sussidi al settore degli aerei. L’USTR ha detto che terrà un’audizione sulle nuove tariffe il 5 agosto. Se il Wto dovesse tuttavia decidere prima di quella data e la scelta non fosse conforme alle attese americane, gli Usa sono pronti a imporre 21 miliardi di dollari di dazi all’Ue.

Intanto Carrie Lam, la Chief Executive di Hong Kong, ha condannato quello che ha definito un “uso estremo della violenza” da parte dei dimostranti che hanno invaso ieri il Consiglio legislativo, ovvero il parlamento del territorio semi-indipendente, dopo una grande manifestazione di protesta nel giorno in cui si commemorava la restituzione alla Cina da parte del Regno unito dell’ex colonia. Poco prima dell’alba di oggi, dopo che la polizia ha usato i lacrimogeni per sgomberare il Consiglio legislativo (LegCo), Carrie Lam ha detto di essere “molto oltraggiata e a disagio” e ha condannato la violenza.

La numero uno del governo di Hong Kong ha promesso che il governo “perseguirà fino alla fine i comportamenti in violazione della legge”. La giornata di ieri è stata senza precedenti a Hong Kong. Centinaia di giovani manifestanti hanno invaso il Consiglio legislativo chiedendo il ritiro completo e definitivo della contestata legge sull’estradizione che, secondo i critici, consentirebbe alla Cina di mettere le mani sui dissidenti che si trovano nella più libera ex colonia.

Sorgente: Gli Usa minacciano l’Ue con 4 mld di dazi. Asia in frenata, sale l’oro – MilanoFinanza.it

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