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Il ministro dell’Interno manda baci alle opposizioni. L’Aula di Montecitorio diventa terreno di scontro e battutine

by Gabriella Cerami

Avvicina le mani alle labbra e inizia a mandare baci a chi lo contesta. In Aula alla Camera, Matteo Salvini ha appena risposto al Question time. In sottofondo boati e risate. All’indomani della scarcerazione di Carola, sul ministro dell’Interno piovono le critiche delle opposizioni sul caso Sea Watch, sui quaranta migranti lasciati per diciassette giorni in mezzo al mare, ma lui gioca a fare il duro e replica con sfottò muovendosi indisturbato fino alla mimica del bacio tra gli applausi dei suoi parlamentari. Arrivando a dire: “Se Carola vuole tornare in Australia ad occuparsi degli albatros, le paghiamo il biglietto”.

Le interpellanze che vengono rivolte al governo si trasformano in poco tempo in uno scontro con battutine di dubbio gusto. Che il clima fosse questo lo si era capito dall’inizio. “A me non dispiacciono le deputate scollate in Aula”, aveva esordito il vicepremier leghista arrivando a Montecitorio e replicando al deputato di Fratelli d’Italia, Mollicone, che invece si era lamentato per le colleghe poco vestite. Poco più tardi va oltre. Rispondendo all’ex ministro Beatrice Lorenzin dice: “Se ci fossero dei test antidroga per valutare la lucidità di chi lavora in questo parlamento io non mi opporrei”. A questo punto il presidente della Camera chiede “rispetto”.

Questi toni sprezzanti ruotano attorno alla Sea Watch, tema dominante della giornata. Solo ieri l’ordinanza del Gip di Agrigento ha annullato l’arresto di Carola Rackete. Ed ecco che Nicola Fratoianni di Sinistra italiana prende la parola per interrogare il ministro: “Ieri l’ho visto livido in volto…”, è l’incipit. Poi chiede spiegazioni sulla manovra della Guardia di Finanza nei confronti della Sea Watch e ricorda al segretario del Carroccio di essere stato tra i deputati a bordo della nave. Salvini ascolta, poi risponde: “Eccoli i veri colpevoli, i finanzieri… che in maniera inaudita hanno tentato di difendere le leggi e i confini del Paese…”.

Risate e applausi dai banchi della Lega. “Mi perdonerà il deputato interrogante se non ho avuto modo di seguire le sue dirette social”, aggiunge Salvini rivolto al deputato. Poi, rivela: “Lo sbarco era stato autorizzato per la mattina dopo, per questo è inaccettabile la sporca battaglia politica fatta sulla pelle di 40 persone: una sporca battaglia politica, né più né meno. Sarebbero sbarcati la mattina dopo se la notte non fosse stato commesso un vero e proprio atto di guerra, che spero verrà condannato, perché ci sarà un giudice in questo Paese…”.

È di nuovo il turno di Fratoianni. L’Aula è in subbuglio, le parole si percepiscono a stento tra le urla: “Non si preoccupi delle mie dirette social…lei non le ha ascoltate perché era impegnato a fare le sue ogni ora”. Arrivano ancora applausi e fischi. I banchi leghisti sono pieni e rumorosi. “Vi capisco – li stuzzica Fratoianni – perché quando si rosica così tanto… capisco la reazione, quindi rosicate, continuate a rosicare. Mettetevi l’anima in pace: avete subito una clamorosa sconfitta in nome dello stato di diritto, dell’umanità e della dignità. Vi dovete vergognare”.

Mentre Fratoianni consegna a Salvini un disegno fatto dal figlio sui migranti e gli dà dell’eversivo, il ministro dell’Interno risponde alle contestazioni che vengono dai banchi del Pd: “Non mi faccio impressionare da Ivan Scalfarotto”, dice con toni sarcastico e si prodiga in baci a due mani. Gli interessati chiedono a Roberto Fico di intervenire, il presidente della Camera assicura che saranno visionate le immagini. Ma il caos è in corso. Enrico Borghi, segretario d’aula del Pd, interviene per chiedere a Salvini di “rivolgersi a quest’aula con garbo e con rispetto. Non possiamo accettare lo show permanente ed effettivo dei membri dell’esecutivo. Per quello ci sono già i social”. Ma a quanto pare c’è anche Montecitorio.

Sorgente: Boati, risate e bacioni. Salvini trasforma il Question time in uno spettacolo da circo. “Le deputate? Scollate non mi dispiacciono” | L’HuffPost


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