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Giornalisti di radio e tv devono “smettere di diffondere propaganda anti-governativa”. Chi non lo farà sarà considerato un supporter delle agenzie d’intelligence e quindi condannato a morte

Un gruppo di sospetti talebani arrestati a Ghazni, in Afghanistan, lo scorso 8 luglio

KABUL. I talebani in Afghanistan dichiarano guerra alla stampa. L’Emirato Islamico ha diffuso un avvertimento, in cui intima ai media di smettere di diffondere propaganda pro-governativa. I giornalisti di stazioni radio e canali televisivi devono immediatamente interrompere questo tipo di attività mediatica. Chi non lo farà sarà considerato un supporter delle agenzie d’intelligence e quindi condannato a morte. Peraltro, i jihadisti avvertono anche che non sarà sufficiente risiedere e operare da Kabul o dalle grandi città per essere immuni dagli attacchi. Gli annunci pubblicitari incriminati invitano gli afghani a informare le autorità se vedono attività sospette dei talebani. Abdul Mujeeb Khalvatgar, direttore del Nai Supporting Open Media in Afghanistan, organizzazione non governativa che supporta i giornalisti e promuove la libertà di espressione, ha denunciato la minaccia insorgente come una violazione dei diritti umani e della libertà, chiedendo al governo afgano di adottare misure urgenti per garantire la sicurezza dei gruppi di media e del loro personale. L’intimidazione dei talebani arriva mentre è in corso a Doha, il settimo round  dei  negoziati di pace con gli Stati Uniti, che si propongono di trovare una soluzione politica alla guerra in Afghanistan.

John Bass, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Afghanistan, ha dichiarato che i talebani devono smettere di minacciare i giornalisti afghani.  «Queste gravi intimidazioni, ci inducono a pensare che la sicurezza è lontana, di certo questi ricatti non aiuteranno i talebani a raggiungere i loro obiettivi politici». Anche il presidente Ashraf Ghani ha condannato le minacce del gruppo fondamentalista.  «La libertà di espressione e gli attacchi alle organizzazioni dei media sono in contraddizione con i valori umani e islamici». Con la brusca riduzione dei reporter internazionali in Afghanistan dopo il ritiro delle forze della coalizione nel 2014, i media nazionali hanno colmato il divario, ma il loro lavoro è diventato sempre più difficile. Nei primi sei mesi del 2019 sono state registrate cinque aggressioni mortali e 35 casi di violenza contro giornalisti afghani, considerati dai talebani dei veri e propri “obiettivi militari”.

Sorgente: Afghanistan, i talebani dichiarano guerra alla stampa – La Stampa

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