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La Corte europea dei diritti umani non accoglie le richieste delle persone a bordo della nave battente bandiera olandese, che vuole approdare in Italia. In un’intervista a Repubblica la capitana Carola Rackete aveva detto di essere pronta a forzare la situazione

“Siamo stanchi, siamo esausti. Fateci scendere”. Ma la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso con cui i migranti a bordo della Sea Watch chiedevano “misure provvisorie”  per sbarcare in Italia. L’appello lanciato dai migranti, che da 12 giorni si trovano a bordo della Sea-Watch al confine con le acque territoriali a 16 miglia circa dall’isola di Lampedusa, ieri si era concretizzato in una richiesta formale, oltre che in un video drammatico.

Nel pomeriggio però il Viminale ha fatto sapere che la Corte di Strasburgo ha respinto il ricorso presentato dalle 42 le persone a bordo della nave della ong. In un video, pubblicato da Forum Lampedusa Solidale, uno dei migranti soccorsi in mare ha anche spiegato: “Immaginate come deve sentirsi una persona che è scappata dalle carceri libiche e che ora si trova sui, costretta in uno spazio angusto, seduta o sdraiata senza potersi muovere. Inevitabilmente rischia di sentirsi male- dice -Non ce la facciamo più, la barca è piccola e non possiamo muoverci. Non c’è spazio. L’Italia non ci autorizza a sbarcare, chiediamo il vostro aiuto, chiediamo l’aiuto delle persone a terra. Pensateci perché qui non è facile”.

 

Sea Watch, l’appello di uno dei migranti: “Siamo scappati dalle prigioni libiche, fateci sbarcare”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato: “Anche la Corte Europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell’Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna”. Al mattino Salvini aveva avuto parole dure: “Qualsiasi sarà la sentenza di Strasburgo, il mio atteggiamento non cambia di una virgola. La Sea Watch in Italia non arriva, può restare in mare fino a Natale e Capodanno”.

“In 13 giorni – aveva aggiunto – se davvero avessero avuto a cuore la salute di chi è a bordo sarebbero potuti andare e tornare dall’Olanda. È un problema che non riguarda l’Italia, noi abbiamo fatto sbarcare malati, neonati e donne incinte, non esiste che un Paese come il nostro si faccia dettare le scelte in materia di immigrazione da una Ong pagata da chissà chi per fare chissà cosa. È una nave olandese di una Ong tedesca, ci pensino ad Amsterdam o a Berlino”.

rep

In un’intervista a Repubblica la capitana tedesca trentunenne Carola Rackete aveva dichiarato di essere pronta a forzare la situazione qualora non fosse arrivata una soluzione.

Sorgente: Sea Watch, l’appello dei migranti: “Fateci sbarcare”. Ma Strasburgo respinge il ricorso – Repubblica.it

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