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Nelle nuove intercettazioni pubblicate da L’Espresso, tutte le trame di Palamara, Lotti & Co. Il pm indagato: “Ho parlato di Roma, di Lo Voi, di Creazzo: possono dire che sono quello che fa le nomine”

“Ho parlato di Roma, di Lo Voi, di Creazzo […]: possono dire che io sono la P5, che sono quello che fa le nomine”. Parla così di sé stesso Luca Palamara, il boss della corrente centrista di Unicost, indagato a Perugia in merito a una presunta corruzione per alcuni viaggi e utilità che avrebbe ricevuto dall’imprenditore Fabrizio Centofanti. È uno dei passaggi delle nuove intercettazioni pubblicate oggi dall’Espresso. Dall’informativa del Gico della Guardia di Finanza esce di tutto: ricatti incrociati, minacce, veleni, dossieraggi contro i nemici. Fughe di notizie e un uso strumentale dei giornali. Condotte che per qualcuno – scrive L’Espresso – potrebbero essere al limite dell’eversione.

Per bocca degli stessi protagonisti dell’affaire, infatti, le manovre appaiono delineare una sorta “di P5”.

La definisce così proprio Palamara, quando – parlando con Stefano Fava, l’amico pm che ha depositato un esposto al Csm contro Ielo e Pignatone, in merito a presunti confitti d’interesse per alcuni contratti avuti da rispettivi fratelli, due avvocati professionisti) – inizia a temere di essere stato intercettato per lungo tempo.

Fava: “Penso che ti ha intercettato, sto pezzo…“
Palamara: “Io non lo escludo più“
Fava: “Io non ho mai visto un’indagine fatta da Perugia… su un magistrato romano… mai!“
Palamara: “Eh! Beh! L’informativa è del Gico… è di coso…“
Fava: “Del Gico… Ovviamente è sicuro questo… perché ovviamente il Gico indagava nel nostro procedimento”
Palamara: “Liguori mi ha detto… che ero archiviato… però a questo punto secondo me non è vero”.

Palamara sa che la notizia dall’indagine su di lui è arrivata al Csm.

Palamara: “Ma io, se mi chiama qualcuno in Prima Commissione (del Csm, ndr) devo dire: “Signori, voi mi chiamate qui… io purtroppo conosco questa storia… ve la dico oggi… la so da un anno e mezzo…“
Fava: “Eh”
Palamara: “Vediamo, come dici tu… per il fascicolo loro mi fanno vedere le intercettazioni? Ci dovrebbero… mi dovrebbero dare pure quelle… e che teoricamente sono irrilevanti ai fini dell’ipotesi principale no? Perché se io parlo… se a Roma viene Lo Voi, o Creazzo…“
Fava: “Vabbè certo… certo”
Palamara: “Eh… però loro ti possono dire che io sono la P5… che sono quello che fa le nomine!“
Fava: “Certo! Certo!“
Palamara: “E quindi in teoria mi possono… è pazzesco… capisci che ti voglio dire?”

Le intercettazioni sul trojan – sottolinea il settimanale – mostrano manovre e operazioni di ogni tipo. In qualche caso i protagonisti parlano di strategie che mettono a punto in prima persona. Altre volte, invece, si discute di soggetti apicali della magistratura e delle istituzioni italiane, si ipotizzano alleanze con assenti e si millantano entrature nei Palazzi (come quella che Lotti vanta con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha smentito categoricamente di aver mai parlato con il renziano, o con chicchessia, di nomine di giudici).

 

Sorgente: “Se mi intercettano, diranno che sono la P5”. Parola di Palamara | L’HuffPost


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