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E’ durata anni: prima si vedevano solo dei peletti marroni – delle setole – spuntare sulla schiena, poi piano piano si è assottigliato, diventando scuro, gommoso, polveroso. Sulla cute è apparso un alone, prima trasparente, poi sempre più definito, un tatuaggio, c’era scritto “Welcome”. Alla fine è successo. “La sinistra riparta da…”, “La sinistra riparta daaaaa…”. Landini si è trasmutato in uno zerbino.

Non è che non ce l’aspettassimo, ma fa sempre tristezza. Dopo aver pulito ben bene le scarpe dei SI TAV nei messi scorsi, oggi si è messo a disposizione di Arcelor-Mittal, la multinazionale indiana che si è insediata nell’Ex Ilva di Taranto e che oltre a continuare bellamente ad inquinare impunita grazie all’immunità penale garantita dallo Stato metterà pure in cassa integrazione 1400 operai dal primo luglio. Il setoloso trattamento avviene durante una trasmissione di Radio24, il nostro afferma in riferimento all’immunità penale per la multinazionale: “Gli accordi che vengono fatti vanno rispettati in tutte le parti. Lo stesso governo le cose le conosceva, questo nulla toglie alla situazione drammatica di Taranto, ma non si può, con misure che rischiano di essere più demagogiche che concrete, mettere a rischio un processo importante per Taranto e il Paese”. Il riferimento è al Dl Crescita del governo che riscriverebbe parzialmente l’immunità attenuando lo scudo penale della multinazionale. Anche qui, non sorprendentemente, come d’altronde sul TAV e sul Reddito di Cittadinanza Landini si trova sulla stessa posizione di Confindustria in una corale difesa dei mitologici investitori, il partito della crescita.

Intanto i Tarantini con dignità resistono: pochi giorni fa le madri del quartiere Tamburi hanno interrotto il consiglio comunale per chiedere conto al sindaco della situazione del complesso scolastico Deledda. Per loro Zerbini non ha detto una parola, non hanno assets strategici in tasca.

Sorgente: La metamorfosi di Landini

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