0 10 minuti 5 anni

Alessio Trovato
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Approvata all’unanimità la settimana scorsa una mozione della Camera per l’introduzione dei miniBot. Borghi da anni parla di strategie monetarie per svincolarci dalle logiche UE. Intanto in Sardegna spopola il ‘Sardex’. Solo ingenuità e nostalgia oppure la ‘terza via’ esiste davvero?

Iniziamo dal principio ed il principio è il 1971. C’erano gli accordi di Bretton Woods, un mondo dollarocentrico nato sul finire della guerra (luglio ’44) ma, per lo meno, un mondo in cui esistevano cambi valutari fissi tutti riferiti al dollaro e il dollaro, a sua volta, aveva una parità in oro. Ad un certo punto, esattamente ferragosto del 1971, Nixon, stremato dalla guerra in Vietnam, decide unilateralmente di uscire dagli accordi e iniziare a stampare moneta a piacimento per autofinanziare il Paese. Finiva quel giorno il concetto di parità aurea. Gli USA si misero a stampare dollari colazione, pranzo e cena, tanto tutto il mondo avrebbe continuato a considerarli la moneta di riferimento. Un sistema basato quindi non più sull’oro ma sulla fiducia.

Risultato è che a febbraio di quest’anno il debito USA sfondava i 22 mila miliardi di dollari. Ma da noi scoppia uno scandalo di polemiche se provi a parlare di stampare anche solo dei minibot per tentare di far ripartire l’economia. In realtà viviamo all’interno di una bolla la quale è destinata a scoppiare comunque e, quando scoppierà, non sarà certo colpa dei miniBot o degli altri machiavelli che proveremo ad escogitare ne frattempo prima del botto. Anzi, se il rischio che salti tutto è così serio e contingente, perchè non provare delle strade parallele, molti economisti si chiedono. Certo, neppure farsi troppe illusioni. Difficile che miniBot, monete complementari o alternative potranno mai fare veri e propri miracoli. Ma proviamo a vedere nel dettaglio in che cosa consistono le varie soluzioni proposte finora per provare a creare maggiore liquidità ed aggirare la crisi.

MiniBot

Quella approvata martedì scorso è solamente una mozione (mozione Baldelli), cioè un semplice invito al Governo a procedere per realizzare la norma di legge vera e propria. Tra l’altro non si tratta di nulla di così scandaloso e drammatico come alcuni polemisti hanno voluto sostenere. Neppure possiamo chiamare i miniBot una vera e propria ‘moneta sostituitiva’ o ‘parallela’, semplicemente si tratta di un escamotage per liquidare quei quasi 70 miliardi di debiti che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti delle aziende private. In Italia abbiamo tante aziende che hanno fornito servizi allo Stato e sono andate in crisi in attesa di aspettare la riscossione. Si pensa quindi di pagare queste aziende con dei mini titoli di Stato dal taglio dai 5 ai 100 euro, trasferibili al portatore in forma inizialmente digitale poi anche cartacea. Non si tratterà di una vera e propria moneta perchè non avranno corso forzoso, l’accettazione e lo scambio avverranno solo su base volontaria. Serviranno alle imprese per pagare imposte, prestazioni previdenziali e tutto quello che a sua volta il privato deve allo Stato. Tu rendi un servizio allo Stato, lo Stato ti paga con una non-moneta, tu, quando tocca a te pagare lo Stato, gli ridai indietro la sua stessa non-moneta. Chiaramente se la circolazione dovesse aver successo di fatto potrebbe finire per aumentare la massa monetaria. Creerebbero inflazione o ulteriore debito come dicono Visco e il PD?

Sarebbero un’eresia blasfema? Bhè, se ne emetti per l’importo esatto che serve ad estinguere il debito il saldo è zero, che problema c’è? Debito e credito, essendo entrambi nei confronti della PA andrebbero semplicemente ad annullarsi, anzi, sinceramente, a titolo di collezione, piacerebbe anche a me avere un po’ di quelle simpatiche cartamonete con la valuta formale in Euro ma con le effigi che ricordino finalmente qualcosa di italiano vero. Un minibot da 10 euro con Zoff che alza la coppa del Mondo dell’82 per dire, nel caso fosse raro da trovare, sarei disposto a comprarlo anche per 11 o 12 euro veri. Quindi c’è anche caso che, per paradosso, possano anche addirittura rivalutarsi questi miniBot o, anche solo circolando, creare un piccolo effetto moltiplicatore per il PIL. Certo, esiste il rischio che vengano percepiti come null’altro che l’ennesimo ‘pacco’ per cui potrebbero venire utilizzati solo per non pagare (compensare) il pagamento delle tasse. In questo caso lo Stato creerebbe liquidità per le imprese ma ne sottrarrebbe per sé stesso al momento della riscossione erariale e finirebbe per dover emettere, questo sì, nuovo debito con titoli ad interesse. Ma forse lo spauracchio vero è per le banche, la UE e tutto il sistema euroburocratocentrico che, se la cosa dovesse funzionare, resterebbe con un intero palmo di naso vedendo dimostrato che l’economia non è una religione monoteistica e che a Bruxelles non c’è alcun profeta eletto. Quello sì sarebbe un problema serio per alcuni.

Monete complementari – l’incredibile caso del SARDEX

Esperimenti come quelli del Sardex in Sardegna, per altro non l’unico in Italia ma sicuramente il più riuscito, dimostrano che non è neppure necessario l’intervento dello Stato e delle banche centrali per inventarsi monete complementari e parallele che, nel loro piccolo, funzionino anche bene. Vero è che anche il Sardex è pur sempre legato ad una parità in Euro e funge da compensatore di crediti e debiti tra imprese e privati e dal punto di vista formale non è una vera e propria moneta a corso forzoso. Altrettanto vero è però che, appena un decennio di vita, sono già 4mila gli imprenditori che ne fanno uso oggi in Sardegna e, dati alla mano, genera qualcosa come 350 milioni di giro d’affari circa in una delle terre più depresse d’Italia. D’altra parte in Svizzera ancora oggi funziona il WIR, un circuito di moneta complementare nato addirittura nel lontano 1934 in risposta alla grande crisi del 1929. Questo già dovrebbe bastare a dimostrare che non necessariamente queste esperienze debbano essere estemporanee e fini a sé stesse.

Una vera e propria Lira parallela all’Euro è possibile?

Questo già è un discorso parecchio più complesso. Berlusconi aveva proposto qualcosa del genere ma lo stesso Borghi già nel 2017 diceva che si trattasse di una “fesseria” spiegando i complessi meccanismi con un tweet di soli 139 caratteri compresi gli spazi:

​Neppure gli economisti più rivoluzionari e sbarazzini quindi se la sentono di avvallare un’idea all’apparenza tanto barocca. In effetti messa lì come l’aveva messa Berlusconi sembrava proprio la solita boutade elettorale e null’altro. In guerra ed economia tuttavia sappiamo tutto è possibile, una variante del genere, per quanto all’apparenza assurda, non potrebbe essere proprio del tutto da escludere. Almeno a livello informale, voglio dire, certo non ci possiamo aspettare che la Banca Centrale Europa possa fare i saldi di gioia anche solo a sentirli certi discorsi. D’altra parte cos’è una moneta a pensarci bene? Null’altro che una promessa scritta su carta, metallo o digitale. Io lavoro per te, ti do un servizio, ti vendo un prodotto, tu in cambio mi dai una promessa. Se io e la comunità crediamo in quella promessa, perchè c’è fiducia di ricevere sempre in cambio mai meno di ciò che è stato dato per averla, e tutti sono disposti ad accettarla come forma di pagamento, allora si ha di fatto una moneta. Il problema allora forse non è che non sia tecnicamente possibile creare una moneta parallela, quanto il fatto che nessun istituto ‘parallelo’ sia in grado di creare la fiducia necessaria affinché vi sia la circolazione e lo scambio necessario alla creazione di una vera e propria moneta.

A parte comunque tutti i discorsi teorici che si possano fare, e a parte quella certa nostalgia che prende sempre per ‘i bei tempi’ passati, quale che ne fosse la moneta in corso legale, una cosa vale forse la pena aggiungere in conclusione al discorso. A di là delle formule finanziarie e monetarie, l’economia reale è fatta nient’altro che dal saper produrre beni e servizi, venderli a buoni clienti e comprarne a propria volta da buoni fornitori. Se fai le sanzioni quando e a chi te lo chiedono da oltre Oceano, se compri dai fornitori che non convengono a te ma che convengono ai grandi fautori della geopolitica, se cerchi la sovranità monetaria ma non hai nemmeno la sovranità minima che serve a livello di politica economica internazionale… e bhè, ci siamo capiti dai.

Sorgente: La Dolce LIRA: miniBot, monete complementari e nostalgia – Sputnik Italia

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