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A giugno l’Istat ha stimato una flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori da 111,6 a 109,6. Dinamica negativa (da 100,2 a 99,3) anche per le imprese. Clima economico e clima futuro in deciso peggioramento. Unc: così difficilmente i consumi potranno ripartire. A rischio i saldi estivi

di Francesca Gerosa

A giugno brusco calo per la fiducia dei consumatori e delle imprese. Dopo gli incrementi registrati a maggio, è peggiorato a giugno il clima di fiducia sia per i consumatori sia per le imprese. Per le imprese il livello destagionalizzato dei climi di fiducia di giugno è comunque risultato di poco superiore alla media dei primi cinque mesi dell’anno, mentre per i consumatori si è registrato un differenziale negativo di oltre due punti, con il clima economico e il clima futuro in decisa contrazione.

A giugno, infatti, l’Istat ha stimato una flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori da 111,6 a 109,6; anche per l’indice composito del clima di fiducia delle imprese si è vista una dinamica negativa da 100,2 a 99,3. La flessione della fiducia dei consumatori rispetto al mese precedente si caratterizza per un marcato peggioramento delle opinioni sulla situazione economica del Paese e sulle prospettive della disoccupazione.

Invece, per quanto riguarda le imprese, si è osservato un miglioramento solo per il settore del commercio al dettaglio, mentre è calata in modo marcato la fiducia nel settore delle costruzioni ed è tornata a scendere anche la fiducia del settore manifatturiero. Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono risultate in calo, seppur con intensità diverse: il clima economico e quello futuro hanno evidenziato una diminuzione più marcata, mentre la flessione è stata più contenuta per il clima personale e per quello corrente.

Più nel dettaglio, il clima economico è passato da 125,5 a 120,9, il clima futuro da 115,6 a 112,3, il clima personale da 107,4 a 105,6 e il clima corrente da 109,6 a 107,6. Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia ha registrato una flessione nel comparto manifatturiero e, soprattutto, nelle costruzioni (l’indice è calato, rispettivamente, da 101,9 a 100,8 e da 144,3 a 140,9); nei servizi l’indice ha mostrato una diminuzione più contenuta (da 99,3 a 98,9), mentre nel commercio al dettaglio è salito da 102,7 a 104,7.

Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nell’industria manifatturiera si è rilevato un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione; il saldo relativo alle scorte di magazzino è aumentato. Nelle costruzioni la dinamica negativa dell’indice è stata trainata dal deciso ridimensionamento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda a cui si è unito un peggioramento dei giudizi sugli ordini.

Con riferimento al settore dei servizi, si segnala il peggioramento dei giudizi sugli ordini e sull’andamento degli affari e le attese sugli ordini sono aumentate. Nel commercio al dettaglio, l’incremento dell’indice è da addebitare al miglioramento dei giudizi e, soprattutto, a quello delle attese sulle vendite, diffuso sia alla grande distribuzione sia a quella tradizionale. Infine, il saldo dei giudizi sul livello delle giacenze è diminuito.

Così, come previsto dal Codacons, a giugno il livello di fiducia di consumatori e imprese ha registrato una diminuzione, toccando i valori più bassi dal 2017. “La situazione politica del paese sta avendo ripercussioni sul clima di fiducia degli italiani e delle imprese”, ha sottolineato il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi. “Le guerre interne al governo e i continui scontri tra Lega e M5S minano l’ottimismo dei consumatori e le aspettative sul futuro, con effetti diretti per l’economia. Con una livello di fiducia così basso, infatti, i consumi appaiono sempre più a rischio, perché le famiglie tenderanno a rimandare gli acquisti in attesa di tempi migliori”. Un segnale negativo, quindi, specie se si considera che la fiducia scende a ridosso della partenza dei saldi estivi, su cui i commercianti ripongono grandi speranze dopo le vendite disastrose dell’ultimo periodo, ha fatto presente Rienzi.

A preoccupare Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, non è il lieve calo del clima di fiducia complessivo, ma quello delle sue componenti più importanti. “Peggio di così non si può. Ovvio, infatti, che se non si ha fiducia nel futuro e nella propria condizione economica, difficilmente i consumi potranno ripartire”. E’ chiaro, ha detto Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, che “gli italiani hanno già esaurito la loro fiducia nel governo giallo-verde. La fiducia nei confronti del futuro dell’economia continua a ridursi per gli italiani”.

Sorgente: Italia, fiducia dei consumatori ai minimi da due anni – MilanoFinanza.it

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