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In basso il nuovo sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu (Fdi), e Francesca Ghirra

Fardelli d’Italia. Stefano Truzzu, al 50,1%, evita per un soffio il ballottaggio. Ma Francesca Ghirra (che si è fermata al 47,8%) chiede la verifica: troppe schede nulle. Boom astensione al 51,17%

Costantino Cossu

Il capoluogo regionale sardo va a destra. A un sindaco targato Sel (oggi passato a Campo progressista) come Massimo Zedda ne succede un altro che ha la tessera di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu.

Candidato del centrodestra (Lega, Forza Italia, Partito Sardo d’azione e FdI) Truzzu ha vinto al primo turno, con il 50,1% dei voti, battendo la leader della coalizione di centrosinistra Francesca Ghirra – assessora uscente all’Urbanistica – che si è fermata al 47,8%. Il terzo aspirante sindaco, Angelo Cremone (lista ambientalista Verdes), ha ottenuto il 2,1%. Un risultato, quello di Cremone, determinante per l’elezione del sindaco: Verdes è stato l’ago che ha fatto pendere la bilancia verso Truzzu. Era assente, invece, il M5s, che non ha presentato alcun candidato. Dopo otto anni, dunque, Cagliari ritorna al centrodestra, che aveva governato la città ininterrottamente dai primi anni Novanta, sino al successo, nel 2011, dell’allora 35enne Zedda, riconfermato poi tre anni fa al primo turno.

NEL CAPOLUOGO REGIONALE sardo si è tornati a votare con due anni d’anticipo perché lo stesso Zedda, candidato presidente del centrosinistra alle regionali dello scorso febbraio, ha optato per il seggio in consiglio regionale, dimettendosi dalla carica di sindaco. Forte l’astensione: hanno votato soltanto il 51,2% degli elettori rispetto al 63,1% delle precedenti comunali.

Il gap fra Truzzu e Ghirra è minimo: 33.933 voti contro 33.863, 70 voti di scarto. Tanto che il centrosinistra chiede il riconteggio delle schede. «Ci sono ottanta voti per il ballottaggio – ha detto ieri mattina Ghirra in conferenza stampa – Serve prudenza per valutare cosa succederà nei prossimi giorni: ci sono milletrecento schede nulle e oltre venti contestate». «Ci siamo consultati con i nostri legali e non escludiamo di verificare la situazione anche in sede amministrativa. Inviterei il nostro avversario alla prudenza. Chiederemo la verifica dei verbali», ha spiegato Ghirra. Che ha aggiunto: «Il clima non era quello ideale. Un vento di centrodestra sta soffiando forte non solo in Sardegna. Ma in questa campagna elettorale ci sono state anomalie: la notte prima delle elezioni si sono verificati tre roghi di spazzatura in diversi punti della città. Mai successa prima una cosa del genere. Sarebbe opportuno fare delle verifiche».

VERIFICHE CHE SERVIREBBERO per sapere – fa capire Ghirra – se i fuochi non siano stati accesi ad arte per creare allarme. Anche perché il tema della pulizia della città è stato fra quelli agitati con maggiore vigore da Truzzu durante la campagna elettorale. «Speriamo in ogni caso di arrivare a un secondo step – ha aggiunto Ghirra – Il numero delle nulle è alto: bisogna capire quale è stata l’intenzione degli elettori». Prima sarà necessario il responso ufficiale della commissione elettorale. «Poi – ha detto la candidata del centrosinistra – se la situazione dovesse rimanere immutata, valuteremo l’eventuale ricorso al Tar sulle schede nulle».

GHIRRA HA RINGRAZIATO candidati e attivisti e ha rivolto uno sguardo al passato: «Sono stati otto anni di buon governo». Anni durante i quali la candidata sconfitta ha ricoperto, nella giunta Zedda, un ruolo chiave, quello di assessora all’urbanistica. Ghirra è stata una delle più strette collaboratrici di Zedda. Leader della lista di Campo progressista, è stata scelta come leader del centrosinistra attraverso primarie di coalizione, nelle quali si è imposta contro Marzia Cillocu, espressione di una civica di centrosinistra, e contro Matteo Lecis, che correva invece per il Partito democratico. Pd che al 47,8 % di Ghirra ha contribuito con un 16,3%, dato lontano dal 24,7% raggiunto nell’isola alle scorse elezioni europee. Il resto dei voti viene dalle sei liste civiche di centrosinistra in coalizione, con il risultato rilevante di Campo progressista, che ha raccolto il 7,2 % dei consensi.

INTERESSANTE ANCHE lo scorporo dei dati all’interno della coalizione di centrodestra, dove il partito di Giorgia Meloni è al primo posto con l’11,7 %, seguito dal Partito sardo d’azione con il 9,6%. Mentre Lega e Forza Italia restano ferme, rispettivamente, al 5,4 e al 5,3 (la Lega alle europee in Sardegna aveva preso il 27,5 % e Forza Italia il 7,8). Anche qui il resto dei consensi che hanno portato Truzzu oltre il 50 % arriva da liste civiche minori (sette in tutto). Il risultato di Ghirra conferma le difficoltà che il centrosinistra ha già mostrato alle regionali dello scorso febbraio. Lo sforzo di presentare agli elettori un’area vasta e unitaria di forze progressiste è stato nuovamente bocciato, anche se con numeri più incoraggianti rispetto al voto per il rinnovo del consiglio regionale. A febbraio, infatti, il candidato del centrodestra, Christian Solinas, aveva staccato Zedda in maniera netta: 47,8 a 32,9. Per le comunali di Cagliari, invece, c’è stato un testa a testa che alla fine ha visto il centrosinistra perdere solo per un pugno di voti.

AL NETTO DELLA MASSICCIA astensione, si tratta ora di valutare quanto a questa performance abbia contribuito il voto degli elettori Cinquestelle, che non avevano un loro candidato. Altro dato che emerge con evidenza dal voto è il ruolo che, insieme con Campo progressista, hanno avuto, nel determinare il risultato del centrosinistra, le liste civiche. Un ruolo, a fronte del modesto risultato del Pd, determinante. Spunti per riflettere su come ripartire.

Sorgente: il manifesto

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